26° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MODA E FOTOGRAFIA DI HYÈRES26° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MODA E FOTOGRAFIA DI HYÈRES
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Juliette Allaume e Marie Vial. Photo: Yann Gross |
Mads Dinesen (Danimarca), che tratteggia attraverso sua collezione maschile una riflessione sul passato coloniale del proprio paese;
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Mads Dinesen. Photo: Yann Gross |
Michael Kampe (Germania), il cui lavoro è incentrato sulla trasformazione dei classici dell’abbigliamento maschile attraverso il concetto di frammentazione;
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Michael Kampe. Photo: Yann Gross |
Maryam Kordbacheh (Olanda), che presenta delicate sculture di stoffa, ispirate alle formazioni organiche del mondo naturale;
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Maryam Kordbacheh. Photo: Yann Gross |
Oriane LeClerq (Belgio), attratta dalla fascinazione delle superfici levigate e sintetiche come il latex;
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Oriane LeClerq. Photo: Yann Gross |
Janosch Mallwitz (Germania), artefice della terza collezione maschile, che, partendo dai cliché della cerimonia del diploma delle scuole americane, riflette su giovinezza, identità e iniziazione al mondo adulto;
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Janosch Mallwitz. Photo: Yann Gross |
Emilie Meldem (Svizzera), che ha trasfuso in un minimalismo decorativo il dualismo del suo paese, diviso tra modernità e tradizione, libertà e restrizioni;
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Émilie Meldem. Photo: Yann Gross |
Céline Méteil (Francia) con la sua successione di candidi abiti-origami, tutti giocati sull’uso della giaconetta, una mussola sottile, di norma adoperata per prove sartoriali e biancheria intima;
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Céline Méteil. Photo: Yann Gross |
Oda Pausma (Olanda), artefice, all’opposto, di una sfilata di silhouette allungate e all black in seta e pelle, muta testimonianza di un amore finito;
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Oda Pausma. Photo: Yann Gross |
e infine, Léa Peckre (Francia), che, affascinata dalla bellezza serena e densa di contrasti dei cimiteri, ha delineato una collezione scevra da simboli religiosi o macabri ma che – in bilico tra scultoreità, ricami lignei, trasparenze e colori terrosi – parla di un mondo affascinante e misterioso (ElectroMode “voterebbe” per lei).
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Léa Peckre. Photo: Yann Gross |
Due i premi che saranno assegnati: il Gran Premio della Giuria L’Oréal Professionel e il Premio Première Vision, a cui si aggiunge quello democratico del pubblico, che potrà votare alla fine dei défilé alle Salins des Pesquiers.
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Andrey Bogush, Daffodil Flowers on Color Papers, Rainbow, 2010 |
Kim Boske (Olanda), che, ispirata dal tempo e dalla mutevolezza delle cose, condensa nelle sue fotografie fenomeni fisici, impossibili da vedere a occhio nudo;
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Kim Boske, I go walking in your landscape, 2010 |
Émile Hyperion Dubuisson (Francia/USA), che, come sul set di un film anni Trenta, opta per un netto bianco e nero stampato su fragile carta di giornale;
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Émile Hyperion Dubuisson, Fashion Study – Model Bryson, 2010 |
Katarina Elvén (Svezia), che indaga le immagini costruite per suscitare sentimenti e la relazione ambigua tra esse e gli oggetti raffigurati;
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Katarina Elvén, Composition, Boxes, Stones And Other Objects, 2010 |
Ina Jang (Sud Corea/USA), che gioca con immagini quasi bidimensionali, volte a rendere tangibili le proprie idee, in cui hanno un ruolo determinante oggetti quotidiani come carta e batuffoli di cotone;
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Ina Jang, Onigiri, World, 2009 |
Anouk Kruithof (Olanda), il cui piccolo giornale, Daily Exhaustion, pagina dopo pagina segue il progressivo esaurimento (reale o fittizio?) dell’artista, maniaca del lavoro;
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Anouk Kruithof, The Daily Exhaustion, 2010. Photographie du magazine |
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Mårten Lange, Anomalies, 2009 |
Marie Quéau (Francia), che con collage e sfalsamenti di proporzioni tratteggia un luogo mai visitato, l’isola giapponese di Oshima, terra del mostro Gojira, metafora della paura delle armi nucleari;
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Marie Quéau, Gojira, 2010 |
Awoiska Van Der Molen (Olanda), immersa nel bianco e nero di remoti paesaggi, che alla valenza geografica uniscono quella psicologica;
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Awoiska van der Molen, Sans titre, 2009 |
Marc Philip Van Kempen (Olanda), che, ricreando a grandezza naturale quanto raffigurato in immagini tratte dal web o dalla televisione e rifotografando il tutto, esplora i confini tra tangibile e virtuale.
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Marc Philip van Kempen, Composite Space VI, City, 2010-2011 |
Moda e Fotografia: tante visioni differenti, tante esperienze e culture per una dimensione in cui peculiarità e diversità sono un pregio, tutto senza limiti di età, genere, provenienza e tema. Al Festival di Hyères chiunque può partecipare; servono solo talento e creatività.
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