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© Florian by Pierre Debusschere |
Come ogni primavera da 28 anni a Villa Noailles si rinnova la competizione/manifestazione tra le più interessanti e avant-garde in tema di moda e fotografia.
La vetrina che mette in comunicazione giovani creativi e importanti addetti ai lavori – galleristi, editori, designer, fotografi, giornalisti, produttori – riapre i battenti da oggi fino a lunedì 29 aprile.
L’ingresso è libero ma i biglietti per le sfilate – trasmesse via maxi schermo in Place Massillon, a Tolone e al Palais de Tokyo oltre che on line – sono già sold out.
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© Jean-François Lepage |
Tanti i nomi famosi che hanno mosso i primi passi nel paradiso natural-cubista diretto da Jean-Pierre Blanc: da Viktor & Rolf a Gaspard Yurkievich, da Sølve Sundsbø a Taiyo Onorato, da Alexandre Matthieu a Christian Wijnants fino a Charles Fregér e a Felipe Oliveira Baptista, vincitori nel 2001 e nel 2002 e presidenti rispettivamente della giuria fotografica e di quella moda.
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Felipe Oliveira Baptista © René Habermacher
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Liesbeth Abbenes, Felipe Oliveira Baptista et Delphine Roche © René Habermacher
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E veniamo ai 10 i finalisti del concorso moda scelti tra 355 partecipanti: Tomas Berzins & Victoria Feldman (Lettonia-Russia) puntano sul mix di lavoro artigianale e industriale;
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Tomas Berzins & Victoria Feldman – Lettonia-Russia – collection femme © Brea Souders
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Henning Jurke (Germania) rilegge al maschile gli stilemi dei Roaring Twenties;
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Henning Jurke – Germania – collection homme © Brea Souders
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Camille Kunz (Svizzera) propone una moda maschile giocosa vista dalla prospettiva di una donna a cui non sarebbe dispiaciuto essere uomo;
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Camille Kunz – Svizzera – collection homme © Brea Souders
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Xénia Laffely (Svizzera) distilla la sua ossessione per due figure – un padre in completo classico e un prete in paramenti sacri – in una terza creatura: una sorta di figlio degenere che sintetizza in modo folle i caratteri degli altri due;
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Xénia Lucie Laffely – Svizzera – collection homme © Brea Souders
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Yvonne Poei-Yie Kwok (Paesi Bassi) partendo dalla considerazione sul ruolo che la moda ha nelle nostre vite avverte la necessità di trasfondere amore nelle sue complesse creazioni manuali;
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Yvonne Poei-Yie Kwok – Paesi Bassi – collection femme © Brea Souders
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Satu Maaranen (Finlandia) è affascinata dalla possibilità d’indossare la natura e si cimenta nella fusione dei suoi capi col paesaggio circostante (alla Liu Bolin?);
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Satu Maaranen – Finlandia – collection femme © Brea Souders
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Marion de Raucourt (Francia) applica alla moda i metodi di assemblaggio tipici del packaging all’insegna di funzionalità, minimalismo ed estetica industriale;
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Marion de Raucourt – Francia – collection femme © Brea Souders
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Damien Ravn (Norvegia) presenta la sua rivisitazione contemporanea dell’armatura medievale;
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Damien Ravn – Norvegia – collection femme © Brea Souders
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Shanshan Ruan (Cina) nasconde nelle stratificazioni e nelle sfumature dei suoi abiti un riferimento alle immagini residue che popolano le visioni a occhi chiusi e che mutano la percezione della realtà;
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Shanshan Ruan – Cina – collection femme © Brea Souders
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Xing Su (Canada) crede che la moda pieghi le regole fisiche senza bisogno di tecnologia ma che anzi ognuno di noi nel vestirsi deve e può sperimentare.
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Xing Su – Canada – collection femme © Brea Souders
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Quattro i premi che saranno assegnati ai designer (sostenuti nella realizzazione della loro prima collezione da partner come Swarovski, Puntoseta o Première Vision): il Gran Premio della Giuria L’Oreal Professionnel del valore di 15.000 euro, il Premio Première Vision del valore di 10.000 euro, il Premio Chloé (i capi potrebbero essere commercializzati dalla celebre maison) e il Premio del Pubblico.
Ecco invece i 10 finalisti del concorso fotografico selezionati tra 773 partecipanti: Lena Amuat & Zoë Meyer(Svizzera) collezionano e fotografano modelli scientifici e reperti rituali affastellati in archivi mutevoli che somigliano a Wunderkammer. Scienza, arte, natura e religione si rimescolano in una visione soggettiva tra conoscenza e percezione;
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Lena Amuat & Zoë Meyer – Artefakte un Modelle – 2009-2013
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Emile Barret (Francia) fotografa cervelli in technicolor in stile Hannibal o immersi nella formaldeide sullo sfondo de Il Giardino delle Delizieper parlare del timore della morte e di come ogni rappresentazione del corpo possa essere solo una metafora di esso e della vita;
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Emile Barret – Atlas Contemporain de Processus de Corps Humains – 2012 |
Petros Efstathiadis (Grecia) nella serie Liparo & Bombs crea con rifiuti e cose trovate in giro sculture e set che raffigurano bombe e armi innocue e infantili a incarnare una riflessione sulla guerra e sulla paura per una società in stato di assoluta confusione;
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Petros Efstathiadis – Liparo & Bombs – 2008-2012 |
David Favrod (Svizzera), madre giapponese e padre svizzero, nonostante sia nato in Giappone e sia cresciuto in Svizzera influenzato principalmente dalla cultura materna a 18 anni si vede rigettare la richiesta di nazionalità nipponica. Questa serie con cui Favrod ricrea il suo personale Giappone in Svizzera – elaborando i racconti della madre e dei nonni, memorie di viaggio e tradizioni popolari – è una riaffermazione della propria duplice essenza e la reazione a un doloroso rifiuto;
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David Favrod – Gaijin – 2009 – En cours |
Dominic Hawgood (Regno Unito) esplora differenti idee di fede. Nel corso di un soggiorno in Texas incontra e fotografa per diverse settimane due persone che durante la preghiera manifestano il fenomeno della glossolalia (stato di trance in cui ci si esprime in lingue sconosciute);
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Dominic Hawgood – The Conversation – 2012 |
Grace Kim (Stati Uniti) attraverso la tecnica del collage digitale fonde filmati reperiti sul web con foto di viaggi e vagabondaggi dando vita a paesaggi immaginari e poetici che parlano dell’apporto psichico e mistico alla percezione;
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Grace Kim – Constellations – 2012 |
John Mann (Stati Uniti) delinea inquietanti still life in bianco e nero di paesaggi indefinibili più mentali che fisici illuminati da una luce altrettanto indefinibile che di volta in volta oscura e rivela aspetti desolanti dell’esistente;
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John Mann – Pack Ice – En cours |
Anna Orlowska (Polonia) narra una storia di pazzia in cui immagini interiori si mescolano a fotogrammi della realtà a illustrare il conflitto tra dimensione naturale e sociale dell’essere umano;
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Anna Orlowska – Leakage – 2011 |
Peter Puklus (Ungheria) costruisce un foto-documentario del suo tentativo di visualizzare la flessibilità e la complessità del cervello con esperimenti scultorei a base di immondizia e bric-à-brac nel solco degli esercizi di forma e luce delle avanguardie anni Venti;
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Peter Puklus – Handbook to the Stars – 2011 |
Eva Stenram (Svezia) si serve di negativi anni Sessanta della rivista per soli uomini Cavalcade. Sono tutti scatti in ambienti domestici caratterizzati da tende che manipolate al computer vengono dilatate coprendo parzialmente le donne. Il risultato è uno spostamento dei piani tra sfondo e punto focale che devia l’occhio di chi guarda con un effetto di straniamento.
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Eva Stenram – Drape – 2012 |
Nel prossimo post scopriremo i vincitori e le mostre visitabili fino al 26 maggio, nel frattempo vi lasciamo in compagnia dell’introduzione al Festival di una rediviva Marie-Laure de Noailles.
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©Florian by Pierre Debusschere |
As every spring there has been for 28 years the Hyères International Festival at Villa Noailles. The competition/event – among the most interesting and avant-garde festivals about fashion and photography – comes back.
The showcase, which puts on young creative talents to those in the know, reopens the shutters from today until Monday the 29th of April.
The admission is free but the fashion shows’ tickets – broadcasted at Place Massilon, Toulon and Palais de Tokyo as well as on line – are already sold out.
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©Jean-François Lepage |
There are many famous names who have passed through the natural-Cubist paradise directed by Jean-Pierre Blanc: from Viktor & Rolf to Gaspard Yurkievich, from Sølve Sundsbø to Taiyo Onorato, from Alexandre Matthieu to Christian Wijnants up to Charles Fregér and Felipe Oliveira Baptista, winners of the 2001 and 2002 editions and presidents respectively of photographic and fashion juries.
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Felipe Oliveira Baptista©René Habermacher
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Liesbeth Abbenes, Felipe Oliveira Baptista et Delphine Roche©René Habermacher
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The 10 finalists of the fashion contest are: Tomas Berzins & Victoria Feldman (Latvia-Russia) count on the blend of industrial and artisanal work;
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Tomas Berzins & Victoria Feldman – Lettonia-Russia – collection femme©Brea Souders
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Henning Jurke (Germany) rereads in male terms the Roaring Twenties characteristics;
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Henning Jurke – Germania – collection homme©Brea Souders
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Camille Kunz (Switzerland) proposes a male playful fashion from a perspective of a woman who might once have wanted to be a man;
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Camille Kunz – Svizzera – collection homme©Brea Souders
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Xénia Laffely (Switzerland) condenses her obsession with two figures – a father wearing a classic suit and a priest in vestments – giving life to a third creature: a kind of unworthy son who synthesizes madly the features of the other two;
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Xénia Lucie Laffely – Svizzera – collection homme©Brea Souders
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Yvonne Poei-Yie Kwok (The Netherlands) – considering the role that fashion plays in our lives – instills love in her complex handwork creations;
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Yvonne Poei-Yie Kwok – Paesi Bassi – collection femme©Brea Souders
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Satu Maaranen (Finland) is fascinated by the possibility of wearing nature and engages in the fusion of his clothes with the surrounding landscape;
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Satu Maaranen – Finlandia – collection femme©Brea Souders
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Marion de Raucourt (France) employs the assembly methods of packaging to fashion or rather functionality, minimalism and industrial aesthetic;
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Marion de Raucourt – Francia – collection femme©Brea Souders
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Damien Ravn (Norway) displays his contemporary version of the medieval armour;
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Damien Ravn – Norvegia – collection femme©Brea Souders
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Shanshan Ruan (China) conceals in layers and shadows of her dresses a reference to the afterimages;
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Shanshan Ruan – Cina – collection femme©Brea Souders
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Xing Su (Canada) believes that fashion bends physical rules without technology.
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Xing Su – Canada – collection femme©Brea Souders
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Four prizes will be awarded to the designers (the collections have been produced with the support of Swarovski, Puntoseta or Première Vision): the L’Oreal Professionnel Jury Grand Prize which consists of a grant of 15.000 euro; the Première Vision Prize which consists of a grant of 10.000 euro; the Chloé Prize (the clothes could be marketed by the well-known maison) and the Public Prize.
The 10 finalists of photographic contest are: Lena Amuat & Zoë Meyer (Switzerland) collect and photograph scientific models and ritual finds gathered in the style of Wunderkammer. Science, art, nature and religion are re-combined in order to create a subjective world-view between knowledge and perception;
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Lena Amuat & Zoë Meyer – Artefakte un Modelle – 2009-2013
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Emile Barret (France) photographs Technicolor or put in formaldehyde brains in order to talk about the fear of death and how the body’s representation can be only a metaphor of it and of life;
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Emile Barret – Atlas Contemporain de Processus de Corps Humains – 2012 |
Petros Efstathiadis (Greece) in Liparo & Bombs creates with refuses sculptures and sets which illustrate innocuous and childish bombs and arms to embody a reflection about war and a society in a state of general confusion;
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Petros Efstathiadis – Liparo & Bombs – 2008-2012 |
David Favrod (Switzerland), Japanese mother and Swiss father, although he was born in Japan and raised in Switzerland mostly by his mother, suffered the rejection of the Japanese nationality.With this series Favrod recreates his own Japan in Switzerland – elaborating his mother and grandparents’ stories, memories of journeys and popular traditions – in order to reaffirm his double identity and the reaction to a distressed refuse;
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David Favrod – Gaijin – 2009 – En cours |
Dominic Hawgood (United Kingdom) explores different ideas of faith. During an artistic residency in Texas he meets and photographs two subjects who reveal the practice of “speaking in tongues” throughout the worship;
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Dominic Hawgood – The Conversation – 2012 |
Grace Kim (United States) with the technique of digital collage melds footage sourced on line and travel pics giving life to imaginary and poetic landscapes;
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Grace Kim – Constellations – 2012 |
John Mann (United States) outlines disturbing black and white still lives of indefinable landscapes enlightened by an equally indefinable light;
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John Mann – Pack Ice – En cours |
Anna Orlowska (Poland) tells a story of madness in which mental images mingle with frames of reality illustrating the conflict between natural and social state of the man;
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Anna Orlowska – Leakage – 2011 |
Peter Puklus (Hungary) builds a photo-documentation of his attempt to visualize the flexibility and the complexity of the brain with sculpture experiments (made of trash and bric-à-brac) resembling the form and light exercises of the Twenties avant-garde;
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Peter Puklus – Handbook to the Stars – 2011 |
Eva Stenram (Sweden) uses Sixties negatives by the men’s magazine Cavalcade. It’s about images in domestic sets characterized by drapes that – manipulated – are extended to partially obscure the women. The result is a move between background and focal point which deflects the gaze of the viewer.
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Eva Stenram – Drape – 2012 |
In the next post we’ll discover the winners and the exhibitions (until May 26), meanwhile we leave in company with Marie-Laure de Noailles.
ma che post super interessante. Ogni anno (da anni ormai…) leggo di questo festival e penso: cavolo ci voglio andare il prossimo anno!! E sto sempre qui…ora me lo segno in agenda per il prossimo anno, sul serio!!
Sì vabbè, e che te lo dico a fare. Desidero andarci da prima di avere il blog; trovo un po' di soddisfazione scrivendo i post e ogni anni dico il prossimo ci vado. L'anno scorso si parlava addirittura di una comitiva e di un pullman. Magari l'anno prossimo….. 😉
Grazie di questo bellissimo scorcio!
Grazie a te di averlo letto 🙂
Ti dico le mie selezioni. Per la moda, in assoluto la cinese, bella l'idea e belli gli effetti, facile anche da commercializzare. Per la fotografia sono indeciso tra Eva Stenram con questa composizione alla Man Ray che gioca anche sull'illusione ottica, ed Emile Barrett… forse è proprio la commistione con il trittico sullo sfondo che mi attrae 😉 Alessandro
Sembriamo clonati, è incredibile, ci piacciono le stesse cose. Io aggiungerei anche l'olandese per la moda e per la fotografia il Efstathiadis, Favrod e Grace Kim.
immagino l'atmosfera esaltante che si respirerà, davvro un peccato non esserci…allora il prossimo anno organizziamolo questo pulmann! baci Ady
E dai, organizziamolo 😉 Baci anche a te
Soliti sospironi ogni anno ma so di non essere la sola. Chissà che ci si trovi a Hyères, per la prima volta, sarebbe un colpaccio 🙂
Si sarebbe il massimo, due italiane che si conoscono a Hyères, potrebbe essere l'inizio di un film Nouvelle Vague. Però ancora meglio sarebbe conoscersi prima dell'anno prossimo; anche se, nonostante la mia veneranda età, c'è da dire che m'imbarazzo facilmente.
Un festival sensazionale!Davvero un post interessante ! Grazie per aver condiviso!
Figurati, grazie a te per aver letto 😉
Sembra davvero super interessante!! Sono rimasta affascinata da ogni singolo artista di cui hai raccontato! Ora conosco una cosa nuova e ne sono contenta! anna – www.letourbillondelavie.com
🙂 Mitica! Ovviamente entri di diritto nel pullman 😉
Hey! I like your blog, I'm following you ;)Could you follow my blog? I hope you like it ^^
🙂
Non conoscevo questo evento 🙂 Molto interessante 😀 Mi sono innamorata di Marion de Raucourt
Sì, è uno degli eventi a cui vorrei partecipare ormai da tempo immemorabile ma poi alla fine non ci vado mai. Marion de Raucourt è interessante.
Beautiful photos! X
🙂