I&D – Guida agli armadi che non ti ammazzano il décor
GUIDA AGLI ARMADI
Un mobile che in genere non mi fa impazzire è l’armadio. Indispensabile per chi sia sprovvisto della fantomatica cabina (vedi me), spesso è un enorme monolite privo di attrattive, a meno che non si abbia la fortuna di poterlo incassare nel muro.
Non a caso a piacermi sono soluzioni più aeree, tipo gli stendini-scultura come quello del mitico appartamento di Charlotte de Tonnac e Hugo Sauzay (il post qui),
1. STENDINI SCULTURA

Casa di Charlotte de Tonnac e Hugo Sauzay – a sin. armadio/appendiabiti – interior design by Festen Architecture
2.GUARDAROBA TRASPARENTI
i guardaroba trasparenti, vedi Storage Air di Piero Lissoni per Porro o Ego di Giuseppe Bavuso per Poliform (ma ce ne sono tanti altri),
3.PICCOLI E RÉTRO
o quelli piccoli e rétro, come Altdeutsche (peccato costi una fucilata) e Paper di Studio Job per Moooi (effettivamente in cartone e legno) o Trip Cartoon di Seletti, che viceversa è in mdf ma sembra appena uscito da un fumetto.
Peccato che i primi siano più installazioni che altro, i secondi implichino un ordine maniacale e oggetti sceltissimi da esporre e i terzi riescano a contenere ben poco. In parole semplici, belli ma ostici se sono gli unici a disposizione e devono conservare le millemila cose acquistate via web, da Zara, nei mercatini o (spero per voi) in qualche super boutique del quadrilatero della morte.
La faccenda si complica se il mobilone per motivi logistici deve essere posizionato nell’ingresso; la stanza deputata all’accoglienza, quella che India Mahdavi ammonisce dal trasformare in luogo di servizio, incitando a renderla sontuosamente inutile con pezzi wow ma appunto privi di qualsiasi funzione.
E quindi che fare? Optare per un total white che nel mondo dei sogni dovrebbe diventare invisibile oppure all’opposto per un pezzo minimale nelle linee ma iperdecorato come una mega opera d’arte?
UN’IDEA PER TRASFORMARE ANCHE ARMADI TRAPASSATI
L’idea mi è venuta tempo fa sfogliando un vecchio numero di Elle. Nella sempre splendida rubrica Lifestyle c’era il più anonimo degli armadietti Ikea tramutato in qualcosa da occhi sbarrati, tutto con una “semplice” carta da parati. Oddio, semplice si fa per dire visto che si tratta di Bresil di De Gournay (la vedete qui sotto).
Tra l’altro – a prescindere dalla voglia di dare un piglio particolare al monolite – quello della carta da parati è un ottimo suggerimento anche per recuperare armadi in disarmo.
È vero che ormai i parati li metterei ovunque ma – scegliendo quelli giusti – il risultato è tanto facile nell’esecuzione quanto straordinario. Sbizzarritevi con ciò che più vi aggrada, data la gamma incredibile di carte sul mercato.
Personalmente sono molto affascinata dagli sticker per pareti di Maison Margiela che – manco a dirlo – riproducono porte haussmaniane. L’effetto secondo me è pazzesco e straniante al tempo stesso, come si può vedere anche dal décor della Maison Champs Elysées di Parigi.
Tornando ai parati, i più adatti mi sembrano quelli a motivi geometrici, le mappe oppure all’opposto paesaggi ed elementi vegetali o animali di forte impatto come nel caso di Bellewood di Rebel Walls (forse il mio preferito) e di quelli di De Gournay.
CARTE CON PAESAGGI E MOTIVI VEGETALI E ANIMALI
CARTE CON MAPPE, MOTIVI GEOMETRICI ED ELEMENTI FANTASY
ISPIRAZIONI PER ARMADI SU MISURA – IL GUARDAROBA DI ROSSELLA JARDINI
Un’altra soluzione molto bella – anche se in questo caso si tratta di un corridoio degno di Versailles – è quella vista non so più quando e dove in un servizio sull’appartamento di Rossella Jardini.
Rossella aveva convertito il gigantesco corridoio in una cabina con armadi candidi con ante all’inglese a specchio, disposti per tutta la lunghezza. Disse che si era ispirata alle porte dell’Hotel Meurice di Parigi e l’esito era notevolissimo. Certo il suo corridoio era grande quanto la mia casa ma sono dettagli.

Rossella Jardini fotografata davanti agli armadi con ante all’inglese a specchio – source La Double J
DA MADRID A MILANO VIA LIVING
Studiando invece il numero di giugno 2016 di Living ho individuato due immagini che m’ispirano molto: il soggiorno della casa madrilena del videomaker Luis Urculo con un mega armadio quasi certamente preesistente (visto che nelle didascalie non è menzionato) e la cucina dell’abitazione milanese del designer Marco Zanini, in cui campeggia un mobile su misura di gusto scandinavo-vintage che con meno sportelli e aumentando un po’ l’altezza potrebbe essere un armadio perfetto. Insomma riferimenti per eventuali realizzazioni dal falegname.
Al momento comunque sono in fase di ricerca tra armadi bianchi (minimali o insoliti o un po’ haussmaniani oppure con ante a persiana), decorati, decorabili e appunto all’inglese.
Questo è quanto ho trovato in giro finora.
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