Interiors & Design – LA CASA – Speciale Bagno, tra minimal e vintage
I bagni possono dare gli incubi.
Non sono stata testimone di omicidi alla Psycho ma alle prese con LA CASA ho scoperto che è la prima cosa a cui bisogna pensare e anche la più difficile. Specie se la metratura è limitata e l’intenzione è dare vita a un ambiente essenziale, pulito ma un pizzico onirico-vintage, giusto per non morire di noia.
Così, sfogliando riviste, andando in giro per negozi e dando fondo a tutte le immagini rintracciate tra blog, siti, Pinterest e Instagram, mi sono accorta che trovare bagni interessanti a cui ispirarsi non è facile.
Per cui la mia lista dei dubbi ha iniziato a lievitare e grosso modo è diventata così: 1) vasca o doccia? 2) riguardo al supporto del lavabo, mensola, mensola con cassettone o mobile? 4) rubinetteria a muro o tradizionale? 5) per culminare con la categoria pavimenti e rivestimenti ovvero cemento, parato waterproof, piastrelle, mosaico, cementine, grès porcellanato, Kerlite o marmo/pietra?
Le incertezze sull’illuminazione sono in alto mare e ve le risparmio.
Originariamente volevo la vasca, la sola mensola con lavabo appoggiato, la rubinetteria a parete molto minimale magari bianca o nera e per pavimenti e rivestimenti un mix di neutro industriale e di elementi decorativi un po’ rétro.
Al momento ha vinto la doccia per motivi di praticità e costi più contenuti ma di base la vasca mi sembra più versatile ed esteticamente valida. La mia passione sono quelle stile bagnarola di una volta coi piedini ma anche la bellissima rivisitazione di Ludovica e Roberto Palomba per Kos.
Purtroppo a causa dello spazio a disposizione (80×170) l’unico modello possibile tra quelli che mi piacciono è questo senza piedini della Rexa, bello ma diverso dalla mia idea di partenza. Quindi credo si andrà di doccia. A questo proposito avrei voluto la cosa più evanescente disponibile e cioè la semplice lastra di cristallo con fermi d’acciaio in alto (tipo quella della Rexa qui sotto), in pratica senza porta.
Inutile dire che la lastra di cristallo è andata a farsi benedire causa distanza dai sanitari e dimensioni risicate. Perciò cabina di cristallo con porta scorrevole e meno cornici e giunti metallici possibili. Dipendesse da me la vorrei fatta d’aria. Per ora comunque non posso dire di aver trovato nulla che mi entusiasmi.
In ordine alla rubinetteria, il genere che preferisco è la rivisitazione minimale e contemporanea dei rubinetti poveri di una volta con tubo, levetta o manopole a croce come questi bellissimi in acciaio cromato o verniciati in bianco e nero di Agape, Dornbracht e Zucchetti Kos.
Per la zona lavabo l’alternativa sarebbe tra un mobile sospeso magari in Corian e legno effetto ascia oppure il cassettone sospeso e la mensola che potrebbe essere di legno trattato, Corian, cemento, marmo oppure di muratura rivestita con mattonelle o grès.
Ma il pezzo forte sono pavimenti e rivestimenti.
Il trip generale è il grès porcellanato, apprezzato per resistenza, impermeabilità, facilità di manutenzione e capacità d’imitare quasi perfettamente legno, marmo, pietra, cemento.
Premetto che non amo cose che vogliono sembrare altre cose, per cui il grès porcellanato per me è ok ma non se vuole somigliare a legno o altro. Mi piace solo quello effetto cemento perché alla fine ha un aspetto neutro, non particolarmente caratterizzato, e dà quel tocco metropolitano e contemporaneo che ha il suo perché oppure quello decorato.
La vera mania è poi la Kerlite (o simili, Kerlite è il nome commerciale del prodotto della Cotto d’Este, quello della Lea Ceramiche ad esempio si chiama Slimtech), grès laminato con spessore minimo (3mm che lo rendono applicabile al di sopra delle preesistenze) e grandi formati, leggi uniformità senza fughe.
La prospettiva di foderarci l’intera stanza secondo me è angoscia pura. Diciamo che in generale le alternanze di materiali con porzioni di muro lasciate libere sono la soluzione più interessante e leggera, benché dall’esito più incerto.
Ci sono poi le classiche piastrelle, valide soprattutto per le pareti (molto particolari quelle con decori mediterranei e nipponici realizzate manualmente da Made a Mano),
mentre sono tornate alla grande le cementine che spopolavano a inizio Novecento sia con decori originali sia in versione attualizzata. Stupende quelle francesi di Carocim, in particolare la collezione disegnata da Paola Navone, e quelle di Bisazza di cui adoro la serie un po’ anni Sessanta di India Mahdavi.
Anche se parlando di Bisazza la prima cosa che viene in mente sono i mosaici. Un tempo non sarei riuscita a concepire un bagno che non fosse di mosaico, adesso sono in un mood più low profile ma riconosco che ve ne sono di bellissimi sia monocromatici sia decorati. Ad esempio impazzisco per questo gotico-simpatico di Studio Job per Bisazza ma nessuno mi asseconda.
Il cemento o meglio la resina cementizia (mia prima scelta) è un’altra soluzione molto di moda, perfetta per uno stile industriale. Io volevo uno di quei bagni superminimali che si vedono sui giornali, poi però hanno iniziato a instillarmi dubbi sulla difficoltà di manutenzione causa propensione del cemento a creparsi e in un lampo ho rivisto le mie convinzioni.
Altra opzione è quella dei parati, che intuitivamente sembrerebbe pericolosa. In realtà una svolta nel settore è stata quella di Wall & Decò che ha brevettato il Wet System, sistema d’impermeabilizzazione delle sue “carte” specifico per ambienti umidi. Decoro del cuore Stucco di Christian Benini.
Infine marmo e pietra, sempre elegantissimi. I miei preferiti sono il marmo bianco montato in mega lastre alla Rorschach e la pietra leccese, ma restano più impegnativi sia sotto l’aspetto economico sia sotto quello stilistico.
Tornando al mio bagno e, premesso che è piccolo, rettangolare, con doccia e sanitari da un lato e dall’altro una nicchia in cui verrà incassata parte della zona lavabo, la mia idea sarebbe di mettere a terra un grès grigio effetto cemento e sulla parete della doccia le piastrelle 20×20 di Ceramica Bardelli della serie Macchine Volanti di Fornasetti in bianco e nero, forse con un bordo alla base dello stesso grès del pavimento.
Per quanto riguarda la parete opposta avrei pensato di rivestire solo la nicchia o col grès o con delle semplici mattonelle quadrate bianche 5×5 sempre di Ceramica Bardelli, lasciando le porzioni di muro laterali ricoperte di pittura tendenzialmente bianca.
Vi lascio con la gallery dei miei preferiti.
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