Milano Fashion Week – FW 15-16: Cristiano Burani

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Andare a una sfilata può riservare brividi di terrore e non per la sfilata, sia chiaro. Prendiamo Cristiano Burani. Innanzitutto per una felice coincidenza all’ora prevista la metro e Piazza Duomo pullulavano di tifosi del Celtic alticci e vocianti. Mio fratello m’informava telefonicamente che gli Scozzesi sono tranquilli, gli piace solo fare un po’ di caciara, ma nella mia congenita diffidenza già mi vedevo far la fine della Barcaccia. Arrivata a destinazione, l’attesa per l’ingresso e poi per l’inizio della sfilata si rivelava particolarmente surreale anche per chi come me pensava di averne viste. E invece riesco ancora a sorprendermi tra signore altoborghesi agghindate come Marta Marzotto versione disco e sciami di psichedeliche “fashion icon” del sud-est asiatico.

Fortuna che inizia la sfilata. Si parte soft con toni come celeste e cammello felicemente abbinati per passare alle righe e finire in nero e rosso. Dominano maglie lavorate a mano in alpaca, dettagli in vernice e vinile e pelle per gonne plissé anni Cinquanta, pantaloni maschili, cinture con pannelli origami.

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Le righe danno un tono gym anche ai capi potenzialmente più bon ton. Si oscilla tra volumi più strutturati, capi asciutti e altri morbidi ma non over. Ai piedi creeper e ankle boot con suola carrarmato conferiscono al tutto un’attitudine metropolitana e un po’ girlie.

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Una replica a “Milano Fashion Week – FW 15-16: Cristiano Burani

  1. Maria Katia Doria ha detto:

    vogliamo dire che le fashion week
    non sono colorate solo dagli abiti sulle passerelle, ma che il vero circo è tutto quello che gira intorno,
    Cristiano Burano a parte?

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