EDIT Napoli, l’altra faccia del design

EDIT Napoli

EDIT NAPOLI

Chi l’ha detto che il design può essere solo Milano, grandi aziende e Salone del Mobile? Nessuno. E infatti dal 7 al 9 giugno, nel cuore del centro storico partenopeo, al complesso monumentale di San Domenico Maggiore, aprirà i battenti EDIT Napoli, prima fiera di design editoriale.

Per la prima volta un’intera manifestazione sarà dedicata al design d’autore esterno ai circuiti mainstream: quello di designer/maker operanti anche in proprio e non solo nell’ambito dell’industria, di aziende e artigiani d’eccellenza che si caratterizzano per l’elevato valore dei processi produttivi e per il legame tra visione contemporanea e tecniche antiche.

Tutto nella città che riesce a mettere sul piatto l’essere anch’essa internazionale eppure totalmente al di fuori dei giri, traboccante di creatività, di vita, di storia, di accoglienza, di tradizione manifatturiera e di capacità inestimabili spesso sconosciute.

Complesso San Domenico Maggiore - EDIT Napoli

Complesso San Domenico Maggiore - EDIT Napoli

DESIGNER/MAKER, AZIENDE E ARTIGIANI

Oltre 50 gli espositori che presenteranno anche creazioni concepite appositamente per EDIT. Tra essi designer alternativi come Simone Crestani o Andrea Anastasio, Piattounico con le sue ceramiche immaginifiche e un po’ dark, la siciliana Lithea coi suoi “mosaici” di pietra, nomi internazionali come Allegra Hicks, Constance Guisset Studio o l’irriverente Nika Zupanc, eccellenze italiane come De Castelli, Bitossi Ceramiche, Ghidini 1961 e tanti altri.

Missione di EDIT – insieme a quella di far conoscere l’enorme serbatoio di abilità di Napoli e della Campania – è creare un ponte tra progettisti, aziende e artigiani che della qualità hanno fatto una scelta di vita e buyer da tutto il mondo, rivenditori, galleristi, interior designer, architetti.

Bitossi Ceramiche - EDIT Napoli

Bitossi Ceramiche

Lithea - rivestimenti Hagia - design Elena Salmistraro - EDIT Napoli

Lithea – rivestimento Hagia in pietra bianco Fenice, pietra Pece, marmo rosa, Azul Macauba e rame – design Elena Salmistraro

Simone Crestani - consolle Eterea - EDIT Napoli

Simone Crestani – consolle Eterea

DESIGN IN RESIDENCE

Marcatamente curatoriale l’approccio, che si fonda su un’accurata selezione dei partecipanti portata avanti dalle due ideatrici – Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli -, ferma restando la finalità commerciale delle fiere, in cui sono quindi presentati non prototipi o edizioni limitate bensì oggetti pronti per la produzione a qualsiasi livello.

È il caso anche dei pezzi nati dal programma Design in Residence: per un mese tre designer – gli italiani Faberhama, il libanese Khaled El Mays e il venezuelano Reinaldo Sanguino – hanno lavorato con altrettanti artigiani e piccole imprese locali di alto profilo – il setificio De Negri & Za.Ma dell’antico complesso borbonico di San Leucio, i fabbri e i pellettieri dei Quartieri Spagnoli di Napoli e le Ceramiche Fes di Minori – per fondere il loro mondo con tecniche secolari.

Design in Residence - Khaled El Mays in collaborazione coi fabbri e i pellettieri dei Quartieri Spagnoli - Scale - EDIT Napoli

Design in Residence – Khaled El Mays in collaborazione coi fabbri e i pellettieri dei Quartieri Spagnoli – pezzi della collezione modulare Scale

Design in Residence - Faberhama in collaborazione con De Negri & Za.Ma - Scenaria - EDIT Napoli

Design in Residence – Faberhama in collaborazione con De Negri & Za.Ma – il tessuto Scenaria sintetizza nel suo decor geometrico-figurativo la razionalità dei principi illuministi alla base del progetto settecentesco di Ferdinandopoli, uniti a elementi decorativi come le baccanti di Palazzo Belvedere a San Leucio e il baco da seta alla base della produzione locale e simbolo di natura transeunte e metamorfosi interrotta

Design in Residence - Reinaldo Sanguino in collaborazione con Ceramiche Fes - EDIT Napoli

Design in Residence – Reinaldo Sanguino in collaborazione con Ceramiche Fes

TALKS, EDIT TABLE E PREMIO FINALE

Il frutto di queste collaborazioni sarà presentato e commercializzato col marchio Made in EDIT, che da fiera/mostra diventa così anche realtà produttiva.

Insomma ci aspettano tre giorni di design fuori dagli schemi, scanditi da una serie di appuntamenti che andrà dai talks rilassati coi protagonisti della manifestazione all’EDIT Table, punto d’incontro tra ristorazione e design, al premio finale tributato da una giuria di esperti al miglior inedito che si distingua per processo produttivo, rispetto del patrimonio culturale e prezzo equilibrato, pensando già all’edizione del 2020.

EDIT Napoli

EDIT Napoli

Constance Guisset Studio - Apollo lamp

Constance Guisset Studio – Apollo lamp

Max Lipsey - Woven Bench

Max Lipsey – Woven Bench

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Dirk Vander Kooij - Meltingpot

Dirk Vander Kooij – Meltingpot

Bottega Intreccio - Lisetta

Bottega Intreccio – Lisetta – design Elena Salmistraro

Lithea - dettaglio del tavolino Maniace - design Elena Salmistraro

Lithea – dettaglio del tavolino Maniace, ispirato all’iconografia bizantina del XII° secolo. Pietra bianco Fenice, marmo nero Portoro, malachite, quarzo rosa e ottone – design Elena Salmistraro

Complesso di San Domenico Maggiore - EDIT Napoli

Complesso di San Domenico Maggiore

De Castelli - Polifemo

De Castelli – Polifemo

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Domenico Orefice - Curti

Domenico Orefice – Curti tiles, piastrelle in creta rossa sviluppate in collaborazione con l’Antica Formace Curti – Man de Milan

Victoria Episcopo - Papaver Somniferum

Victoria Episcopo – Papaver Somniferum, dalla serie di tavolini floreali in ferro battuto dipinto a mano, divenuti famosi dopo la presentazione da Rossana Orlandi nel 2015. Omaggio alla nonna Giuseppina e ai primi tavoli da lei realizzati in Salento negli anni ’70 dopo un viaggio in Messico

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