Interiors & Design: Haussmann secondo Festen Architecture

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Oggi parliamo di una casa molto bella che mi ha catturato dalla prima volta che l’ho vista su Living: quella di Charlotte de Tonnac e Hugo Sauzay.

Giovani, “carini” (entrambi fanno anche i modelli) e occupati – oltre che bravi – de Tonnac e Sauzay con Festen a soli 29 anni sono uno dei nomi più interessanti dell’interior design d’Oltralpe. E un esempio del loro stile “semplice”, improntato al mix e rispettoso del contesto è proprio l’appartamento/studio di 90 mq in cui vivono, collocato nell’Alto Marais e, manco a dirlo, Haussmaniano al 100%.

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Photo by Constance Gennari – The Socialite Family

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Anche stavolta – come per altri interni di cui abbiamo scritto qui e qui – la struttura di fondo è stata lasciata com’era; le pareti candide ma soprattutto una scelta in termini di arredi caratterizzata da essenzialità e contrasti hanno fatto il resto.

Pochi pezzi importanti di design, oggetti rintracciati nei mercatini, luci spettacolari, predilezione per materiali nobili (dal legno al marmo, dal metallo al cuoio) e qualche residuato dei vecchi fasti conferiscono all’insieme un’aria raffinata, stilosa e naturale. L’involucro risulta ancora più potente grazie a un’alchimia composta da trouvaille – è il caso dei tappetini ginnici anni ’50 trasformati in divano e testata per il letto o della poltrona anni ’70 comprata su Ebay -, specchi dorati Napoleone III, tubi di ferro convertiti in scenografici appendiabiti, lampade strepitose come quelle della star Michael Anastassiades e capolavori da museo del design tipo le Side Chair di Harry Bertoia (1952), la lampada Parentesi di Castiglioni e Manzù (1971) o il tavolino Alanda di Paolo Piva (1981).

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Photo by Constance Gennari – The Socialite Family

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Photo by Constance Gennari – The Socialite Family

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Tre i NO di Festen ovvero: 1) i faretti che spersonalizzano gli ambienti – e siamo d’accordo – e 2) i luoghi comuni dell’abitare come il tavolo da pranzo. Charlotte e Hugo mangiano dove si trovano, su coffee table o scrivanie, ma credo dipenda dal fatto che sono giovani, si nutrono poco, hanno un’intensa vita lavorativo-sociale e non sono italiani. Per noi Italiche genti, specie se in vena d’invitare ogni tanto qualche amico a cena (leggi l’80% della popolazione), il solo pensiero è improponibile.

Per il resto – sebbene manchino foto di bagno e cucina – sono innamorata di tutto e queste immagini finiscono dritte nel mio archivio Ispirazioni. Ah, il terzo NO prescrive di non copiare troppo dalle riviste. Ma tra rielaborazione di spunti e riproduzione c’è una certa differenza, vero?

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Immagini: Festen Architecture by Helenio Barbetta



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