#GucciGram: moda e arte su Instagram secondo Gucci
#GucciGram ovvero come Alessandro Michele riuscì a far interagire Gucci, il mondo dei nuovi artisti e i social network.
Scenario di tutto Instagram.
Presupposti: la presenza sempre più massiccia di artisti che nascono sul web e il modo in cui ormai approcciamo le arti visive, semplicemente seguendo i creativi che c’interessano.
Aggiungi l’abilità social dei selezionati e il “pretesto” di rielaborare le nuove stampe della maison fiorentina, Blooms e Caleido, e il gioco è fatto. Il risultato? Un laboratorio creativo totalmente eterogeneo, una versione contemporanea del mecenatismo e una delle migliori campagne pubblicitarie ottenuta per di più attraverso la condivisione di opere d’arte.
Il connubio arte e moda non è certo una novità ma in questo caso la differenza sta nel come. Sfruttare la libertà, l’immediatezza, il rapporto diretto tra chi crea e chi guarda proprio delle dinamiche social, in pratica usare Instagram quasi come un qualsiasi utente di Instagram raccogliendo tutto attorno a un hashtag è la vera intuizione. Puntare sugli artisti “nati” dal web che traducono il melting-pot visivo di internet contaminando passato e presente, alto e basso con spirito pop è il passo ulteriore.
Nic Courdy (@ncour), The Most Famous Artist (@themostfamousartist), Amalia Ulman (@amaliaulman), Gil Button (@buttonfruit), Chris Rellas (@copylab), Pierre Marchal (@jppm.fr), Kalen Hollomon (@kalen_hollomon), Qta (@qta3), Camilla Filippi (@kamillafilippi), Mogu Takahashi (@mogutakahashi), Ignasi Monreal (@ignasimonreal) o Sara Berman (@saraberman1) sono alcuni dei nomi più interessanti e talvolta sconosciuti che operano sul filo del remix digitale.
La fruizione dell’arte tramite i social non sostituisce i musei, checché ne dica la nota introduttiva del progetto. Di sicuro però riduce le distanze, rende semplice la conoscenza e dà a tutti la possibilità o forse un’illusione di maggiore inclusione.
A ogni modo che si tratti di arte, di democrazia, di evoluzione dei costumi, di mecenatismo o di marketing Alessandro Michele c’era.
Immagini: digital.gucci.com/gucci-gram
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