Post-it: i diorami andersoniani (e non solo) di Mar Cerdà

Sopra. I Tied It to the Radiator – ispirato a The Royal Tenenbaums di Wes Anderson. Sotto. La scena del film con Gwyneth Paltrow e Anjelica Huston
MAR CERDÀ E I DIORAMI
Come mettere insieme illustrazione e formazione cinematografica? Carta e acquerelli con un approccio 3d da pura scenografa?
La risposta a quanto sembra è diorama. O almeno lo è stata per Mar Cerdà, illustratrice di Barcellona con all’attivo studi da regista e collaborazioni con case editrici per bambini.
A un certo punto a Mar la bidimensionalità è iniziata ad andare stretta e ha deciso di mettere a frutto diversamente carta e pennelli, creando miniature di luoghi del cuore (innanzitutto Barcellona), di famosi set e frame di film.

Things Aren’t Always What They Seem in This Place – dal film Labyrinth di Jim Henson – diorama in una scatola di sigari
WES ANDERSON & CO.
Per chi non lo sapesse (tipo me fino a 20 giorni fa), i diorami sono dei plastici, dei modelli di scenari, un po’ come quelli che di solito si usano per i trenini.
Il lampo di genio di Mar è stato fondere modellismo e illustrazione e applicarli, con cura maniacale per il dettaglio, a soggetti cult: dai film di Wes Anderson (provvidenziale la richiesta della Spoke Art Gallery di San Francisco per la mostra annuale Bad Dads) agli interni Mid Century Modern, dalle facciate delle case di Lisbona con le mattonelle decorate a serre e finestre parigine, magari usando scatolette di tonno, di sigari o fois gras.
DETTAGLI MANIACALI
Ogni particolare – dalle valigie Vuitton de Il Treno per il Darjeeling alle confezioni Mendl’s di Grand Budapest Hotel, dalla Lounge Chair degli Eames alle inferriate dei portoni portoghesi – è microscopico, cartaceo e di una precisione inquietante.
È amore!

Sopra. Ralph Phiennes in una scena di The Grand Budapest Hotel – Sotto. Dettaglio dal diorama di Grand Hotel Budapest
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