Munk: Rue de RomeMunk: Rue de Rome
Mathias Modica, in arte Munk, è un mostro sacro nel panorama europeo della musica elettronica.
Fondatore, insieme al socio e amico Jonas Imbery (meglio conosciuto come Telonius e inizialmente coproduttore e coautore del progetto Munk), della label tedesca Gomma – definita da NME l’equivalente teutonico della DFA -, Mathias è riuscito nel giro di pochi anni a creare una realtà innovativa e underground, lontana dal mainstream e tuttavia capace di dialogare con esso.
La ricetta che sta alla base dei lavori di Munk e in generale dei producer licenziati dalla Gomma è semplice: assorbire le sonorità più disparate, mescolare rock psichedelico, electro, disco e house e generare uno stile sui generis, difficilmente classificabile. È in fondo un interessante esperimento d’eclettismo.
Probabilmente solo la Relish, capitanata da un altro vecchio lupo di mare come Robi Insinna aka Headman, è capace di garantire in ambito continentale uno standard musicale così peculiare, ampio e inedito (in parte ci riesce anche la Kitsuné, ma in quel caso si tratta di qualcosa di diverso).
Il primo di aprile è stato pubblicato il singolo Rue de Rome, scritto da Mathias e contenuto nell’album The bird and the beat.
In concomitanza con l’uscita del brano (irriverente, groove e catchy) e dei relativi remix, affidati a nomi del calibro di Mickey Moonlight, Black Strobe e al genietto di casa nostra Cécile, è stato lanciato anche il videoclip diretto dai registi transalpini Doublezero.
Ebbene, il video è una piccola perla, un omaggio alla città di Marseille reso attraverso le immagini del porto e delle strade e attraverso la storia di questi due piccoli criminali, che hanno le sembianze di un noto politico (almeno così si intuisce) e di sua moglie e che, invece, sono Munk – che interpreta se stesso – e compagna.
I fotogrammi sono volutamente sgranati e il filmato ammicca, nello stile, a quei polizieschi italiani di serie b girati a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.
Forse, in quest’ottica, Rue de Rome – oltre a riferirsi ovviamente al nome di una via di Marseille – sta a indicare proprio quella commistione di influenze che segnano la storia della città francese e che rappresentano, in certo qual modo, anche la storia di Mathias Modica, tedesco di origini italiane.
Al di là di tutto, non si può che dire una sola parola dinanzi a questa prova: chapeau!
Chapeau infatti! Non avevo mai visto questo clip, e ho trovato le immagini molto curate (e mi piace la Renault come la Francia ne era piena negli anni 80).