New York Fashion Week sottotono. Anche se naturalmente poco incline a estrosità varie e fortemente guidata dal marketing, la settimana della moda newyorkese è apparsa opaca, ovviamente con alcune eccezioni, che poi sono sempre le stesse ovvero Marc Jacobs in primis, Alexander Wang e Proenza Schouler.
Punto interrogativo lo show di Rodarte, anche suggestivo ma poco Rodarte e più un mix di McQueen, Balenciaga e Katrantzou.
Eleganti ma senza discostarsi di un millimetro dal solco della loro tradizione Ralph Lauren, Calvin Klein, Donna Karane Diane Von Furstenberg.
Molto interessante ma non del tutto convincente Altuzarra.
Piacevoli Tommy Hilfiger, Tory Burch, Thakoon, Vivienne Tam, Helmut Lang, Marc e Lacoste.
Oggi la prima parte con un focus su Marc Jacobs e Alexander Wang.
Nella seconda parte focus su Proenza Schouler e brevi sintesi di tutti gli altri o almeno di una parte di essi.
MARC JACOBS
Linee pulite e grafiche in puro stile Sixties.
Fedele alla convinzione per cui ogni sfilata deve andare in una direzione opposta alla precedente, Marc Jacobs manda in passerella la sua versione di Edie Sedgwick.
It girl per antonomasia, musa e alter ego di Andy Warhol, Edie fu l’incarnazione della New York underground anni Sessanta, in cui spopolò con la sua magrezza, gli occhi bistrati, i capelli corti e decolorati, le t-shirt a righe sulle calze nere.
 |
Andy Warhol with Edie Sedgwick and Chuck Wein – Burt Glinn (1965), Tumblr |
Edie la superstar warholiana che incantava tutti qualsiasi cosa facesse e che ispirò la celebre Femme Fatale dei Velvet Underground, imperversò per una brevissima stagione costellata di film, copertine, feste e dissipazione in quel mondo a parte che fu la Factory restando per sempre nell’immaginario collettivo.
Il suo modo di vestire così personale e sui generis rappresentò il punto di transizione tra i look bon ton degli inizi del decennio e quelli anticonvenzionali degli spiriti liberi di fine anni Sessanta.
Marc Jacobs riprende il mood dell’epoca e i tratti distintivi del Sedgwick style distillando una collezione femminile, asciutta e leggiadra, che riesce a essere anche contemporanea e priva di effetto nostalgia tra gonne oltre il ginocchio abbinate a camicie, felpe e giacchine corte, ruche ladylike su colletti e plastron e microabiti/t-shirt indossati con i soli slip, proprio come Edie. Le righe abbondano, allargandosi e restringendosi su abiti lunghi o con orlo a petalo fino a dar vita a giochi optical di tutti i tipi.
Non mancano pelle nera, due outfit maculati molto eleganti (e questo detto da una che rifugge l’animalier come la peste bubbonica) e scarpe a punta con tacco basso a cilindro (un po’ extreme).
Stupendo il trionfo op dei look finali in cui i motivi geometrici sono ricoperti di pailette e le gonne si aprono in maxi frange trompe-l’œil.






ALEXANDER WANG
Alexander Wang si conferma uno dei nomi di riferimento della moda internazionale.
Per la p-e 2013 intraprende un percorso di astrazione verso l’essenza dell’abito, che – scomposto e riassemblato – assume le sembianze di un look cartamodello i cui pezzi sono tenuti insieme da fili invisibili e sopraggitti.
Notevoli le t-shirt in pitone, i vestiti in cui i pannelli diventano una sorta di motivo mimetico, le giacche e i blouson in pelle.
Tutto in un’atmosfera da amazzone metropolitana accentuata da tagli geometrici e maschili, silhouette pure e accostate, colori basic (bianco, nero, sabbia, argento) e dall’attitudine gym che da sempre caratterizza Wang.
Tra gli elementi di punta i bermuda, le camicie lunghe – anche in versione abito -, la fantasia rettile in perline, le “corazze” in maglia a trecce.
La vetta del virtuosismo si raggiunge nella seconda parte della sfilata: i punti tra un pannello e l’altro sembrano sparire magicamente dando vita a un effetto Tron, enfatizzato dalla luminescenza al buio del coup de théâtre finale.
Interessanti stivali e sandali che ripropongono lo stesso concetto cartamodello della collezione; originale la borsetta a mano con sporta di rete incorporata.
The New York Fashion Week has appeared opaque, obviously with some exceptions: Marc Jacobs, Alexander Wang and Proenza Schouler. The Rodarte show – even so attractive – wasn’t in Rodarte style but instead in a mix among McQueen, Balenciaga and Katrantzou. Ralph Lauren, Calvin Klein, Donna Karan and Diane Von Furstenberg were elegant but without departing from their tradition. Altuzarra was very interesting but not completely convincing. Nice Tommy Hilfiger, Tory Burch, Thakoon, Vivienne Tam, Helmut Langand Lacoste.
Today a report about Marc Jacobs and Alexander Wang.
In the second part, a report about Proenza Schouler and a brief summary of the other brands.
MARC JACOBS
Marc Jacobs sends on the catwalk his version of Edie Sedgwick.
Edie was the it girl par excellence, the Andy Warhol’s muse and alter ego, the personification of underground New York, where she became famous for her leanness, the heavily made-up eyes, the short and bleached hair, the striped t-shirt on black tights.
 |
Andy Warhol with Edie Sedgwick and Chuck Wein – Burt Glinn (1965), Tumblr |
Edie – the Warholian superstar who inspired Velvet Underground “Femme Fatale” – dominated in a brief season of movies, covers, parties and dissipation at the Factory staying forever in the collective imagination.
Her individual and sui generis style represented the transition between the bon-ton looks of the beginning of Sixties and those unconventional of the end of decade.
Marc Jacobs evokes the mood of the time and the main features of Sedgwick style distilling a feminine, sober and graceful collection, which is also contemporary and not nostalgic: skirts below the knee matched with short shirts, sweatshirts and jackets, ladylike ruches on collars and plastrons and minidresses/t-shirts worn over the panties just as Edie.
The stripes abound, widening and shrinking on long or scalloped dresses.
There are also black leather, two elegant spotted outfits and shoes with points and little cylinder heels.
The final looks are an optical triumph with geometric patterns covered with sequins and skirts with maxi fringes.






ALEXANDER WANG
Alexander Wang’s established himself as one of reference points of the international fashion world.
Alexander quests for the essence of the dress, that – broken down and reassembled – assumes the form of a paper pattern with pieces linked with invisible threads and whip stitches. Remarkable the python t-shirts, the dresses with panels that seem camouflage patterns, the leather jackets and blousons.
In short we’re talking about a metropolitan Amazon, emphasized by geometric and masculine cuts, pure silhouettes, basic colors (white, black, sand, silver) and a gym aptitude that always characterizes Wang.
Among the main items of the collection there are the Bermuda shorts, the long shirts, the reptile pattern in sequins, the “armours” in cable knit.
The peak of bravura was reached in the second part of the fashion show: the stitches between the panels vanished magically giving life to a Tron effect, stressed by the final luminescence in the dark.
Very interesting boots, sandals and handbags.

Di tutti e due io ho preferito di gran lunga le uscite finali. Giochi optical per Jacobs, mentre tagli, trasparenze e nudità per Wang. Penso siano state davvero le uniche due sfilate di cui valesse la pena parlare. Purtroppo questa NYFW è stata deludente, ma se dovessi fare un bilancio, di sicuro migliore di tante altre edizioni passate -.- A presto con i nuovi focus!!!
Invece a me è sembrata più deludente del solito; non so, forse perché ci sono alcuni in particolare da cui mi aspettavo di più. Anche a me comunque sono piaciute tantissimo le uscite finali, soprattutto di Marc Jacobs. Gli ultimi 4 outfit sono stupendi. Per quel poco che ho visto finora Londra mi sembra interessante; mi sono piaciute Mary Katrantzou (ma ho un debole per lei) e Burberry
I giochi costruttivi di Wang, le strisce di MJ e il bianco e il nero imperanti hanno rispecchiato pienamente il mio gusto. Molto interessante il focus su Edie. Ma Londra vuol dire Vivienne, e quindi porto nel cuore una predilzione per la fashion week UK, nonostante NY abbia tirato fuori delle cose interessanti. Ad ogni modo, tireremo le somme alla fine 🙂
Grazie mille!!! A dire il vero a Londra ho un debole per Mary e anche per i Christopher. Un saluto anche a te 🙂
Che bella Edie….. adoro la collezione di Mark! Un bianco e nero che non passa mai di moda 🙂
Sì in realtà mi sono dilungata un po' su Edie perché mi ha sempre affascinato tantissimo. Forse meritava un post specifico ma nel frattempo meglio di niente.
la sfilata di marc jacobs non mi ha fatto impazzire devo dire, molto meglio alexander wang! anche io ho scritto un post sulle sfilate di NW, se ti va vai a dare un'occhiata 😉 ps:ti seguo con piacere!
Sì sono appena andata a dare uno sguardo e ho lasciato anche il mio commento. Da adesso ti seguo anch'io
non l'ho trovata sotto tono… sarà che hai scelto con arguzia tutto!
Grazie mille, Ilaria 🙂
mi sono piaciute tutte e due anche se non proprio tutte, carino il mood retro' di mark e quel cappottino leopardato, di alexander wang mi hanno colpito le scarpe molto belle anche se mi sembrano un po' complicate da indossare…ah ah ah
Sì, infatti, i sandali soprattutto – anche se hanno una fascia trasparente sul piede – non li vedo semplici
Adorabile questo post!! :*
Grazie!
molto dettagliato questo post sulla NYFW 🙂
Grazie mille!
La collezione di marc mi è piaciuta moltissimo e poi adoro il b&w! Edie era bellissima. Alessia
Davvero bellissima; su Youtube ci sono dei video e delle interviste che mettono ancora più in luce che personaggio sui generis fosse.