Continuiamo con Proenza Schouler e Marc Jacobs la nostra review sulla New York Fashion Week.
Un eccesso di nomi non proprio irresistibili con poche notevoli eccezioni e un Marc Jacobs forse un po’ troppo easy.
PROENZA SCHOULER
Un impeccabile completo bianco e nero e la sfilata Proenza Schouler ha inizio.
Fluo e stampe fotografiche della scorsa stagione sono dimenticate. L’inversione di tendenza è servita.
Giacche e cappotti sono arrotondati e levigati, le falde si aprono e Sasha e le altre appaiono come la reincarnazione contemporanea e tagliata al laser di una couture anni Cinquanta-Sessanta, un po’ alla Balenciaga. A quanto sembra punto di riferimento non solo per Alexander Wang.
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Cristobal Balenciaga – Lisa Fonssagrives fotografata da Irving Penn (1950), Tumblr |
Tutto è puro e lineare, anche la palette imperniata sul contrasto positivo-negativo, con incursioni di colori tenui, grigio perla o nude.
Le lavorazioni sofisticate e super avveniristiche a cui ci hanno abituato Hernandez e McCollough non mancano ma l’aspetto è quello di tessuti classici tipo bouclé o tweed. Lo stesso tweed che ritroviamo su soprabiti e gonne, magari accompagnato a una blusa di sottili catenelle metalliche.
Una cotta chic, proposta anche in versione abito, che – insieme a capi in pelle di struzzo leggermente spigolosi e a tocchi gym – stabilisce un’inserzione più “dura” in una collezione all’insegna della morbidezza per forme, tonalità e materiali.
Morbidezza + suggestioni couture rivisitate + micro motivi tanto misteriosi quanto affascinanti.
Piccoli segni primitivi che in realtà sono ispirati alla serie Zuma di John Divola.
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John Divola – Zuma series (1977), Tumblr |
I pattern – stampati su cavallino, trasfusi in una sorta di guipure geometrico ripetuto per gonne pareo con baschine asimmetriche e ancora traforati o applicati su vestiti da sirena in pizzo – altro non sono che la trasposizione dei graffiti immortalati da Divola nelle case cadenti di Zuma Beach.
Notevoli scarpe e borse.
MARC JACOBS
Il paradosso è che invece da Marc Jacobs ti aspetti sempre un’inversione di tendenza. Un’inversione che però finisce con l’essere anche un distillato di trend contemporanei. E così, puntuali arrivano entrambi.
Dopo stagioni di capi elaborati – anzitutto nello styling e nelle stratificazioni, nei decori o nella concezione di fondo -, ecco una collezione semplice e forse più vicina all’informalità dell’American style.
Ma la presentazione stupefacente – ispirata a The Weather Project di Olafur Eliasson e alle sue riflessioni sulla perdita di naturalezza delle nostre percezioni sensoriali – instilla qualche dubbio.
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Marc Jacobs – Fall-Winter 2013-14 – ph. Kevin Tachman – Vogue.com |
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Olafur Eliasson – The Weather Project – Tate Modern – Londra (2003), Tumblr |
Sulla passerella tonda un sole gigantesco incombe splendente e cupo al tempo stesso. Le modelle escono prima quasi al buio e poi illuminate per formare un cerchio finale che ha qualcosa di spaziale e tribale.
Quando le luci si accendono quello che si vede è una via di mezzo tra un bon ton indefinitamente rétro e un’idea di comfort, di relax, di bozzolo casalingo in cui ripararsi.
Chemisier e completi stampa plaid in tessuto luminescente o a losanghe paillettate,
cappotti e giacche dalle linee boxy o avvolgenti e a vestaglia, pencil skirt con maglioncini, stole di volpe magari con teste da peluche, pelliccia, gessato,
tutto molto composto e facile compresi gli abiti da sera scintillanti.
Il deragliamento da tanta “normalità” sta negli short a vita alta e nelle camicie pigiama
che – sommate alle macropaillette abbinate alla pelliccia, ad altri innumerevoli dettagli e all’uscita di Jacobs in pigiama Prada – costituiscono un omaggio fin troppo evidente a Miuccia.
Belle le scarpe.
PROENZA SCHOULER
An impeccable black & white suit starts the Proenza Schouler fashion show. Last season’s fluo and photo prints have been forgotten. The radical change of direction is served.
Jackets and coats are rounded and smoothed, the hems open and Sasha and the other girls appear like the contemporary and laser cut reincarnation of the Fifties-Sixties couture, à la Balenciaga. Datum point not only for Alexander Wang.
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Cristobal Balenciaga – Lisa Fonssagrives – ph. Irving Penn (1950), Tumblr |
Everything is pure and linear, also the palette pivoted on the positive-negative contrast, with some subtle colors, pearl grey and nude.
There are the sophisticated and hyper futuristic manufacturings typical of Hernandez and McCollough but the appearance is that of classic fabrics like bouclé or tweed. The same tweed which characterizes overcoats and skirts, also matched with a shirt made by tiny metal chains.
A chic chainmail, proposed also in dress version, which – together with ostrich skin angular items and gym touches – is a “hard” break in a collection marked by softness about shapes, colors and textures.
Softness + revisited couture + mysterious and captivating micro motifs. Small primitive symbols which actually are inspired by the John Divola’s Zuma series.
The patterns – printed on pony skin, translated in a kind of geometric guipure on sarong skirts and still laser cut or applied on the lace dresses – are the transposition of the graffiti immortalized by Divola in the crumbling homes of Zuma Beach.
Shoes and bags are remarkable.
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John Divola – Zuma series (1977), Tumblr |
MARC JACOBS
The paradox is that on the other hand you always expect a radical change of direction by Marc Jacobs. A change which is also a mix of contemporary trends.
After seasons of elaborate items, here you have a simple and maybe closer to American style collection. But the astonishing presentation – inspired by Olafur Eliasson’s The Weather Project – instills some doubt.
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Marc Jacobs – Fall-Winter 2013-14 – ph. Kevin Tachman – Vogue.com |
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Olafur Eliasson – The Weather Project – Tate Modern – Londra (2003), Tumblr |
Shirtdresses and suits in a luminescent plaid print or with sequined lozenges, boxy line or gown coats and jackets, pencil skirts with sweaters, fox stoles with cuddly toy heads, fur, pinstripe, everything is proper and easy, inclusive the sparkling evening dresses.
The derailment from this “normality” is represented by the high waist shorts and the pajamas shirts which – together with the macrosequins matched with fur, other details and the final bow of Jacobs with a Prada pajama – constitute a too evident homage to Miuccia.
Shoes are very nice.
Mi è piaciuta molto la collezione di Proenza, un pò meno quella di Marc Jacobs a parte le borse naturalmente che adoro!!
Sì, penso anch'io che la collezione di Proenza Schouler sia stata superiore a quella di Marc Jacobs. Da Marc troppo déja vu
Adoro le paillettes con pelliccia di Marc Jacobs e adoro lui peccato sia gay. Kiss
Beh Marc è un gran bel ragazzo, niente da dire. E l'abbinamento paillette e pelliccia è molto bello, peccato si rifaccia davvero un po' troppo a Prada. Kiss
Adoro i vostri post per i collegamenti che fate! Imparo sempre cose nuove con voi! Grazie!!! Michela
Grazie a te, Michela; troppo buona davvero 🙂
è possibile che mi piaccia tutto? settimana davvero strepitosa
Anche se New York alla fine non è all'altezza delle altre, fortunatamente designer che propongono cose interessanti ci sono anche lì.
Non c'è niente da fare, Marc urla e trasuda Miuccia Prada da tutti i pori, e non solo le ultime collezioni, ma anche tutte quelle precedenti, dal tema del pigiama fino alle pellicce multicolor e a pelo di scimmia. Ma gli viene permesso tutto. A questo punto sono curioso di vedere cosa combinerà a Parigi! Per Proenza mi piacciono molto i nuovi riferimenti, il problema è l'ispirazione
Sì, stavolta ha un po' esagerato. Certo i capi sono belli per quanto molto semplici, però…. Prima Alexander Wang – e ci sta -, poi Proenza e comunque facendo un giro ho notato che ogni tanto spunta fuori un po' di Cristobal. Avevo intuito che la tendenza sarebbe stata Balenciaga e adesso tu me lo stai confermando. Complimenti per le gole profonde infiltrate nelle maison
Di Marc Jacob mi piace quasi tutto!! Alessandra
Certo, li avessi a disposizione, anch'io non butterei via nulla 😉
La collezione di Proenza la trovo molto bella. Mi è piaciuto tutto!! Alessia
Sì, è davvero notevole. Loro mi piacciono quasi sempre.
New York non è all'altezza delle altre. Guarda però che settimana della moda ha. e chi sono i creatori che diventano direttori artistici delle più grandi case di moda. La moda italiana, che era anni luce avanti, si contrae sempre più. Possibile che non ci siano più talenti? Inutile dirti che è un bellissimo post! A presto
Grazie mille, Cecilia!!! 🙂 Il fatto è che loro sono potenti – grazie anche all'influenza mostruosa di Anna Wintour -, noi invece che abbiamo molti più talenti e nomi che sono punto di riferimento per tutti ci adattiamo alle esigenze altrui, sbagliando. Parigi – che per la verità è la settimana della moda che più mi piace e sento affine – secondo me tiene testa molto meglio.
Amore puro per i miei occhi! *_* Baci ♥
🙂
effettivamente c'è qualcosa che non mi convince in Marc Jacobs…ma non so dire cosa, perchè mi piace allo stesso tempo! Comunque cara, volevo dirti che ti ho ricandidato tra i miei liebster blog, non potevi proprio mancare! ;P anna – www.letourbillondelavie.com
Ciao Anna, grazie mille!!! Addirittura in tre tra le mie prescelte avete infranto la regola. Verrò al più presto a scoprire gli altri blog 😉 Comunque è proprio come dici tu, perché alla fine parliamo sempre di Marc Jacobs. La guardi, non ti convince, hai un déja vu, però al tempo stesso i capi e l'atmosfera sono belli. Cioè – come dicevo sopra – li avessi per le mani, non li disdegnerei.
Marc è Marc!!! lo adoro e mi piace sempre …anche se l'ispirazione miuccia c'è e non l'abbandona. Ciao, passa da me se ti va;) Francesca
Beh sì, Marc è Marc e per carità anche a me piace sempre. In un modo o nell'altro centra sempre l'obiettivo. Speriamo solo che non si trasformi in Miuccia 😉
Difficile scegliere tra le due sfilate. Probabilmente mi vedo di più in quella di Marc Jacobs.
🙂
Ottimo post (: Reb, xoxo.
Grazie mille!
Sono entrambe molto interessanti! xoxo
Sì però, per quanto sembra che il trend di stagione sia Cristobal Balenciaga, quella di Proenza Schouler alla fine è più originale.
Che meraviglia di post! 🙂 Quanti capi spettacolari! 🙂
Grazie 🙂
Amazing looks! So inspiring:)
🙂
Anch'io oggi ho fatto un recap di ciò che abbiamo visto durante la NYFW, non dettagliato come il tuo certamente. Le due sfilate che hai proposto in questo post sono tra le mie preferite (ne ho viste diverse, sia nomi noti che “sconosciuti” e pochi mi hanno entusiasmato). Le linee pulite, la palette sobria e tagli netti di Proenza Schouler mi hanno conquistata
Sono d'accordo su tutta la linea. Anch'io sono molto affascinata dagli allestimenti delle sfilate di Jacobs che sono sempre incredibili. Proenza Schouler fantastico mentre sul resto della NYFW….. In realtà ci sono anche altre sfilate citabili (poche però), se ci riesco prima o poi farò un veloce recap. Adesso con le sfilate milanesi non riesco a stare dietro a tutto
I love your blog! It's great 🙂 Feel free to my blog :)) Maybe, you follow my blog ? ♥ (If you like it)
Hi Ania, thank you very much! I'll do a tour on your blog soon 😉
bianco e nero, linee pulite, retrò quanto basta, molto grazioso quel dettaglio dell'allacciatura delle scarpe Proenza, anche se aimè già me le immagino abbinate nel peggiore dei modi dalle fashionistas 😀 😀 no scherzo, ma non troppo, a prima vista ho detto -mah- ma questi colori chiari, questa purezza come dici giustamente, sono un bel detox
Infatti sì, un po' di detox mentale per tutti non sarebbe male 😉
Considerato che tutti copiano tutti, la Collezione di Proenza almeno e' chic ed elegante e si ispira ad uno dei piu' grandi Couturier del secolo…del resto avevo visto a Parigi la mostra su Cristobal e c'erano degli abiti cosi' avant-garde che pure Martin Margiela se li sognava…mj a me non convince da sempre…anche se indubbiamente ha stuoli di scenografi e le presentazioni sono sempre impressionanti
Quello che dici è vero, anche se alla fine mj riesce a piacermi ugualmente. Forse questa volta ha un tantino esagerato. Ciao Vale e – anche se in ritardo – buona serata anche a te 😉