Omaggio a Hubert de Givenchy, uno degli ultimi couturier
HUBERT DE GIVENCHY, IL COUTURIER CHE AMAVA LE DONNE
Hubert de Givenchy – scomparso sabato 10 marzo all’età di 91 anni – prima ancora di Audrey Hepburn, Jackie Kennedy, Marella Agnelli e clienti più che famose evoca la classe infinita che contraddistinse la sua esistenza, il ritiro dalle scene, la dipartita.
Il conte Hubert James Taffin de Givenchy – nato a Beauvais nel 1927 – parla di un mondo ovattato, in cui moda significava il livello più elevato di abilità creativa e realizzativa. Un mondo in cui la minima imperfezione non era contemplabile e dive dall’eleganza leggendaria erano tali grazie a couturier come Monsieur.
Eppure sbaglierebbe chi pensasse a lui come alla tradizione. Givenchy fu da subito un ribelle – nei confronti di una famiglia che lo avrebbe voluto avvocato – e un uomo profondamente calato nel presente e nel futuro.

Ivy Nichols, Sophie Malagat Litvak e Bettina indossano gonne e bluse intercambiabili di Givenchy – ph. Nat Farbman – Febbraio 1952
BETTINA
Dopo gli studi all’École des Beaux Arts fu apprendista da Lucien Lelong, Jacques Fath, Elsa Schiaparelli, ma Cristobal Balenciaga fu per tutta la vita la sua unica e infallibile divinità della moda. A 25 anni nel 1952 iniziò l’avventura della sua maison contrapponendosi alla corazzata Dior.
In luogo della donna fiore, del New Look, dei corsetti e del revival della Belle Époque di Monsieur Christian, Monsieur Hubert – pur non discostandosi all’inizio dalla silhouette a clessidra – delineò una femminilità giovane, fresca, dinamica, senza eccessive costrizioni, elegante nella sua essenzialità, nell’ingegnosità dei tagli e delle forme.
Il primo successo fu la blusa candida dalle ampie maniche a ruche chiamata Bettina dal nome della prima musa, la super modella Bettina Graziani.
HUBERT E AUDREY
Da lì in poi sarà un susseguirsi d’invenzioni memorabili, come il la linea a sacco, l’abito a palloncino, a bustino e a babydoll, persino la prima testimonial famosa per un profumo (L’Interdit), zampillate dall’occhio implacabilmente moderno e aggraziato di Hubert e dall’incontro fortunato con Audrey Hepburn, evolutosi presto nel sodalizio di una vita. Un legame oltre il concetto di musa, un’amicizia autentica e profondissima.
“Il nostro è stato un grande amore platonico. Audrey mi chiamava tutti i giorni per dirmi che mi voleva bene. Quando suonava il telefono sapevo che era lei ancora prima di sentire la sua voce”.*
E pensare che all’inizio Givenchy aveva snobbato quella giovane attrice a lui sconosciuta, scambiata per la ben più celebre Katharine Hepburn. Dobbiamo ringraziare il serrato “corteggiamento” di Audrey se Sabrina Fairchild poté trasformarsi nella ragazza sofisticata che tutti ammiriamo, se Holly Golightly ebbe il più magnifico abito nero di tutti i tempi, se Funny Face divenne l’epitome del binomio cinema-moda e se Audrey Hepburn fu pienamente se stessa, l’icona di stile che ancora oggi tutte sognano di essere.
In realtà per i film citati e per tanti altri la costumista accreditata fu la grande Edith Head, ma gli abiti del mito – cosa ormai risaputa – recavano la firma di Givenchy.
L’ADDIO
Nel 1988 Givenchy vendette a LVMH. Continuò a essere direttore creativo fino al 1995 e si congedò con una memorabile sfilata conclusa da una parata di bluse candide come la Bettina da cui tutto aveva avuto origine.
Nel tempo vari e notevoli sono stati i designer succedutisi alla maison: John Galliano, Alexander McQueen, Julien Macdonald, Riccardo Tisci e ora Clare Waight-Keller.
Ovviamente Givenchy non ha più nulla a che vedere con Hubert de Givenchy, così com’è avvenuto per gli altri nomi storici. L’epoca è diversa, la società e diversa, di Audrey e Bettina non se ne vedono tante all’orizzonte e nemmeno di uomini capaci semplicemente di elargire eleganza e femminilità al netto dei miliardi, del turbo marketing e dei social che incarnano la moda di oggi.

Audrey Hepburn fotografata in abito da cocktail della collezione p-e 1955 di Givenchy da Norman Parkinson a Villa La Vigna (Albano Laziale) – Acconciatura Grazia De Rossi, make-up Alberto De Rossi – agosto 1955 – La villa fu presa in affitto da Audrey Hepburn e da suo marito Mel Ferrer durante le riprese di Guerra e Pace

Audrey Hepburn fotografata da Bud Fraker per la pubblicità di Sabrina, diretto da Billy Wilder – ottobre 1953 – abito Givenchy – Audrey indossa il celebre abito da sera Givenchy (dalla collezione p-e 1953, chiamato Inez De Castro) con doppia gonna in organza di seta bianca con ricamo floreale in seta nera e perline

Audrey Hepburn fotografata da Howell Conant per la pubblicità di Breakfast at Tiffany’s (Colazione da Tiffany), diretto da Blake Edwards – ottobre 1960 – Audrey indossa un abito da cocktail in crepe de Chine nero con bordo di frange espressamente creato per il personaggio di Holly Golightly sulla base di un modello della collezione haute couture f-w 1960-61 – Cappello Givenchy, scarpe René Mancini per Givenchy

Audrey Hepburn fotografata da Bud Fraker per la pubblicità di Funny Face – aprile 1956 – Audrey indossa un abito da sera senza maniche in pizzo francese ricamato con fiori in bianco e grigio scuro, dalla collezione haute couture p-e 1956 di Givenchy, guanti Givenchy, scarpe René Mancini per Givenchy

Abito da sera in satin bianco, indossato con una grande stola di velluto – Givenchy – ph. Georges Saad – 1956

Audrey Hepburn con un cappello in velluto nero con pon pon di visone bianco e piume nere di Givenchy, fotografata da Bud Fraker per la pubblicità di Breakfast at Tiffany’s (Colazione da Tiffany) – ottobre 1960

Audrey Hepburn e Andrea Dotti il giorno del loro matrimonio a Morges (Svizzera) – 18 gennaio 1969 – Audrey indossa un abito di Givenchy in lana mohair con inserti in jersey di cashmere e ricami floreali

Audrey Hepburn e Mel Ferrer fotografati da Bert Stern per Vogue – 15 marzo 1963 – Audrey indossa un abito senza maniche di Givenchy in tulle rosa con ricami di perle, pailette e cristalli in rosa e argento della collezione haute couture p-e 1963 – Acconciatura Alexandre de Paris, make-up Alberto De Rossi
*Dall’articolo di Michaela K. Bellisario “L’Ultimo incontro con Audrey Hepburn, il mio grande amore platonico” pubblicato su Io Donna – 25-11-2016
Immagini: The Red List, Pinterest
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