Paris Haute Couture – Spring-Summer 2012 – I ParteParis Haute Couture – Spring-Summer 2012 – I Parte
La vetta della creatività e dell’abilità nel campo della moda; lavori artigianali d’eccellenza e fantasia dei couturier senza limiti. È l’haute couture e queste sono le più interessanti sfilate parigine per la p-e 2012, tutte nel nostro dossier in due parti.
Nel post di oggi: Givenchy by Riccardo Tisci, Valentino, Chanel e Christian Dior.
Nel post di domani: Giambattista Valli, Jean Paul Gaultier, Giorgio Armani Privé e una breve rassegna su Worth, Maison Martin Margiela Artisanal, Bouchra Jarrar ed Elie Saab.
Nelle tre stanze di un hotel particulier parigino si rinnova il rito di una presentazione più intima e ovattata; forse l’unico modo per apprezzare concretamente l’haute couture.
I segni grafici forti della regina di Marte di Protazanov e di Metropolis, con la figura emblematica di Maria nella versione robot umanizzato, rivivono filtrati dal complesso mondo interiore di Tisci negli outfit dalle linee allungate, a metà strada tra il peplo e l’abito corazza.
I colori sono essenziali – bianco, nero, marrone e bronzo -; paillette, cristalli e frange si rifanno a tratti più Roaring Twenties;
L’eterea delicatezza che ormai contraddistingue lo stile Valentino si è sublimata nel tema prescelto questa stagione dal duo Chiuri-Piccioli ovvero Marie Antoinette e il Petit Trianon.
Che sia stato l’ascolto di A Kind of Bluedi Miles Davis a ispirare Karl Lagerfeld? O gli occhi del suo gatto? O più semplicemente un viaggio in aereo?
Impossibile giungere a una conclusione con lo stilista più eclettico ed ermetico in circolazione. Quel che è certo è che la p-e 2012 di Chanel è un volo diretto verso un immenso cielo blu, declinato in 150 tonalità diverse.
Da qui a ricostruire all’interno del Petit Palais l’abitacolo di un aeroplano di linea il passo è stato breve per la grandeur del più immaginifico tra i couturier. Così nel corridoio tra le poltrone della business class va in scena la lunga sfilata delle elegantissime hostess della Chanel Airlines.
I fondamentali di Coco non mancano: dai tessuti operati tipo stuoia o bouclé alle camelie, dai colletti candidi ai fiocchi.
Come lo spirito décontracté e un po’ maschile di Mademoiselle, aggiornato secondo lo stile boy/girl prediletto da Lagerfeld e attualmente incarnato dalla musa Alice Dellal (testimonial della campagna pubblicitaria per la borsa Boy).
Uno stile più che altro suggerito dall’andatura disinvolta delle modelle: mani infilate in tasche posizionate ben oltre i fianchi come i “ragazzacci” con i jeans sempre in procinto di cadere.
Ma al di là delle mani e delle acconciature punk, quel che si è visto è stata una notevole sequenza in crescendo caratterizzata da abiti dalla vita allungata – molto sobri per il giorno, decisamente scintillanti per la sera – e colletti montanti con taglio a barca, enormi maniche boule effetto nuvola e fiori tridimensionali, lunghezze alla caviglia e giochi di sovrapposizioni trompe-l’œil, maniche a forma di ala e ricami di cristalli a perdita d’occhio (vedi anche le calze tempestate, prevedibile oggetto del desiderio oltre che di impossibili tentativi fai da te).
Inutile dire che alla freschezza dell’insieme hanno fatto da contraltare lavorazioni elaboratissime e tessuti più che preziosi.
Come Galliano, anche Gaytten mostra un debole per la couture del passato e gioca in casa proponendo una rielaborazione sontuosa e leggiadra della celeberrima collezione Corolle del 1947, nota come New Look:
gonne ampie e vita segnata, giacche con fianchi arrotondati come lo storico modello Bar e gigantesche mise da ballo convivono con linee più affusolate.
Il tutto pervaso da grande leggerezza – evidente nelle trasparenze – e accompagnato dall’idea di lasciar emergere come decori i passaggi intermedi che portano alla costruzione di capi del genere: ricami che sembrano guide da riempire, imbastiture a vista o abiti che richiamano sottogonne.
Un omaggio al lavoro impagabile e alla maestria delle première della maison, insostituibili per ottenere virtuosismi come i patchwork di coccodrillo o i panier laterali, le gonne origami o il meraviglioso abito ostrica.
Se poi si aggiungono dentelle e pied de poule, un pizzico di lievi vestiti boudoir, di tinte cipriate tra tanto bianco, nero o viola e vertiginosi tacchi assassini, il gioco è fatto.
Giustamente la sfilata è un altro mondo rispetto alle scenografie faraoniche e alle uscite irripetibili e ipnotiche di Galliano. Spicca però per raffinatezza e bellezza oltre che per maggiore naturalezza e semplicità. E non è poco, se si pensa che una delle massime di Monsieur Dior – che forse non casualmente adorna due dei look iniziali – sostiene che l’eleganza è sì una combinazione di tanti fattori ma tra essi non possono mancare naturalezza e semplicità.
Immagini di sfilata: Vogue.it; Style.com
Collezioni fantastiche…le adoro tutte!!! Il mio preferito è Dior!!! Se ti va visita il mio blog
Finalmente qualcuno che parla della haute couture parigina e che ha anche spiegato da cosa derivi la collezione di Riccardo Tisci! La trovo bellissima ma “l'anello al naso”; sinceramente mi inquieta…!Bel post davvero!
@Marika Anch'io trovo deliziosa la collezione di Dior. Certo che verrò a visitare il tuo blog. @Sveva Grazie Sveva!!! Il tuo è davvero un bel complimento e mi ha fatto molto piacere. Per quanto riguarda l'anello al naso, inizialmente inquietava anche me, però il primo piano della modella con tutti quei cristalli sulla faccia mi ha incantato, lo trovo di una bellezza incredibile
Molti molti complimenti per questo post di storia della moda e di vero approfondimento fashion.. è stato bellissimo leggere le intro di ciascuno. Valentino veramente superbo! GLORIA
Ciao Gloria. Ti ringrazio moltissimo, però così mi fai arrossire. Comunque mi fa piacere che tu abbia trovato interessante questo post; domani c'è la seconda parte.
Finalmente ho trovato il tempo di passare a leggere i vostri report i li ho trovati magnifici. Apprezzo tantissimo come siete riusciti a descrivere le collezioni in modo appropriato (evitando i classici AAAAMÈÈÈZING)ma soprattutto che vi siate impegnati a spiegare da cosa derivino queste collezioni. Bravissimi! Ce ne fossero di più di post del genere, in giro 🙁
Grazie Ottavia, ci fa davvero felici sapere che c'è chi ci apprezza, specie poi se questo qualcuno è l'autrice di un blog a cui ci sentiamo molto affini. Riguardo alla collezione di Givenchy, è anche la mia preferita; i gioielli sono talmente speciali e diversi che sicuramente li vedremo in qualche servizio, magari di Tim Walker.