PARIS Fashion Week 2 – Fall-Winter 2012-13PARIS Fashion Week 2 – Fall-Winter 2012-13

Ancora Paris Fashion Week con due approfondimenti dedicati a Givenchy e Alexander McQueen.

 

 

GIVENCHY

È un mondo profondamente dark quello in cui vivono le donne di Riccardo Tisci.

L’oscurità avvolge tutto: la passerella, i corpi, gli occhi bistrati delle modelle. Sarà per l’abbondanza di nero, pelle e tagli geometrici ma a tratti sembra di essere in una saga da guerriere postatomiche e vampiresche.

 

Il tema dichiarato è uno e trino: l’equitazione, Guy Bourdin e la Parigi anni Settanta; a dir poco perfetti insieme, visto l’esito.

 


Dall’inizio alla fine è infatti un continuo susseguirsi di stupendi pantaloni da amazzone (trend di stagione), declinati in pelle, raso, camoscio, cavallino e infilati in alti stivali/ghetta che fanno somigliare il piede a uno zoccolo equino; così come al soggetto equestre sono riconducibili i raffinati look in pelle matelassé.

 

 

Il rosso sangue che emerge qua e là è un omaggio alle immagini fashion-gore di Guy Bourdin; autore culto, la cui opera identifica – seppure in una personale visione surreale e marcatamente provocatoria – un’idea di Parigi anni Settanta dallo chic lascivo e un po’ fetish.

 

 

Una dimensione questa che pervade tutto: dal make-up alle sciarpine annodate strette attorno al collo, dai guanti lunghi alle tute, dalle maniche a kimono di cappotti e camicie fino alle sottovesti (spesso accompagnate da gonne plissé) in voile, raso, pony, cristalli e pizzi con rimandi baroccheggianti.

 

 

Notevoli e originali marsine, blouson, giacche e cappe che, come i pantaloni, presentano sellini, balze sul retro e strascichi.

 

 

I decori di stelle e gli enormi orecchini a disco di matrice tribale sono l’anello di congiunzione con l’atmosfera punk/guerriera e un po’ future dell’ultima, splendida collezione Givenchy haute couture.

 

 

Infine, le borse – piccole e rigide – hanno le sembianze di vecchie custodie per macchine fotografiche compatte.

 

 

ALEXANDER McQUEEN

 

Nella sala che ospitò la p-e 2004 (They Shoot the Horses, Don’t They?) va in scena l’ultima fatica di Sarah Burton e ciò che si materializza è incredibile.
Quello che impressiona della Burton è che sembra una reincarnazione di McQueenma animata da uno spirito rinnovato. L’attenzione maniacale alle lavorazioni sartoriali è la stessa, così come la predilezione per il teatrale e lo stupefacente.
A essere diverso è però il messaggio, non disperato ma positivo, ottimista, pieno di fiducia per un futuro migliore.
Il risultato è poetico e straordinariamente bello: un trionfo della natura e delle forme organiche.

Si parte “low profile” con una sequenza di look in broccato candido e rosa tenue, con fiorellini, panneggi, cappe ed enormi colli di marabù che somigliano a una commistione avveniristica tra haute couture e stile elisabettiano.

 

 

Si continua in chiave neobarocca con le silhouette ma anche coi centrini di pony tagliati a laser e montati su pelle, che rammentano i pizzi inamidati delle gorgiere.

 

 

Uguali reminiscenze anche per i vestiti spumosi di organza con soffioni di seta applicati; mentre il tema floreale prosegue, declinato attraverso broccati e piume tra il grigio e il cremisi.

 

 

In mezzo ponpon di visone e cappotti da jeti, seguiti da outfit in piume di struzzo, mongolia e marabù, che ricordano anemoni di mare e praterie di posidonie ondeggianti nel silenzio dei fondali.

 

 

Stupendi i tre abiti corti con pieghe elaboratissime che mimano le concrezioni calcaree di conchiglie fiammeggianti o dalle sfumature impalpabili.

 

 

Le mise finali sono vere e proprie sculture in organza stratificata a ciuffi.

 

 

Delle tre quella rosa lascia senza fiato; è un perfetto e venerabile totem piovuto da una dimensione in cui una natura primordiale e un passato di qualche secolo si fondono con un futuro fantascientifico da chiome albine e visiere a specchio; ai piedi, ulteriore sintesi temporale, calzature con plateau e tacco virtuale, che oscillano tra stivali in pelliccia da creatura mitologica – sembrano zampe di fauno – e coturni floreali da dea.

 

Immagini sfilate: Vogue.it


Altre immagini: 1) Guy Bourdin – 1974, Tumblr; 2) Guy Bourdin – 1973, Tumblr; 3) Guy Bourdin – 1980, Tumblr.



9 risposte a “PARIS Fashion Week 2 – Fall-Winter 2012-13PARIS Fashion Week 2 – Fall-Winter 2012-13

  1. Federica ha detto:

    Adoroooo questo post!!! 🙂 vi seguo 🙂 passate da me se vi va 🙂

  2. Ciao A.! 😉 Ho letto la risposta al commento dell'altro giorno, sei stata troppo gentile. Veniamo al post di oggi…Lo stile di Tisci per me è molto inquietante, salvo pochissime delle sue collezioni. E' un visionario, ma a volte esagera strizzando l'occhiolino ai fashionisti americani e giapponesi. Certo è molto d'impatto

    • ElectroMode ha detto:

      Io invece ammetto di avere un debole per Tisci. Certo non sempre e non tutto, però le sue visioni un po' inquietanti mi attraggono. Comunque il meglio, come spesso accade, secondo me lo dà nell'haute couture. Anche a me mancano tantissimo gli show del mitico Lee Alexander (l'anno scorso gli dedicai un post in occasione della mostra Savage Beauty); tra i miei preferiti The Girl Who Lived in the Tree

  3. CM ha detto:

    Bellissime entrambe le sfilate! Le calzature firmate Alexander McQueen sono davvero spettacolari! ** Complimenti per il blog! (:

  4. Rogerio Rinaldi ha detto:

    Amiamo il vostro blog è meraviglioso e noi siamo sempre qui. Vi auguriamo una grande settimana, baci super-Glorinha.

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