E dopo il racconto dell’esordio di Raf Simons da Dior, veniamo alle altre sfilate dell’haute couture parigina. Cominciando dalle tre che ci sono piaciute di più ovvero Valentino, Givenchy e Giambattista Valli.
Stagione dopo stagione Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli hanno delineato una donna inconfondibile, che è il marchio di fabbrica della nuova era Valentino: eterea e delicata ma dal piglio forte e contemporaneo, mai stucchevole; l’esatta personificazione della leggiadria.
L’haute couture invernale ha una dimensione notturna e onirica – ispirata dal Simbolismo di Verlaine, Baudelaire e Gustave Moreau – ma anche medievaleggiante e preraffaellita, popolata da madonne austere e motivi ornamentali di suggestione biblica. È il caso di Tree of Life di William Morris, ripreso in versione dipinta e ricamata su vestiti, spolverini e giacche.
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Gustave Moreau – L’Apparition – 1876 |
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William Morris – Tree of Life |
Tanti gli abiti lunghi o al ginocchio in una varietà di tessuti che va dal voile al velluto, dal gazar al duchesse, severi e ondeggianti, accollatissimi e accompagnati a cappe che ne enfatizzano l’allure tra il regale e il monastico.
Tutto in una predominanza di blu e di sobrietà “contaminata” in modo sottile da decori e materiali preziosi, trasparenze da lingerie d’antan, gonne sollevate sul fianco ma anche colori come oro, porpora, giallo dagli echi Sixties, rosa antico e ovviamente rosso Valentino. Stupendi i broccati tappezzeria che si ritrovano su tute – anche monocolore -, abiti, completi pantalone e cappottini.
Da ninfa i vestiti impalpabili in pizzo e chiffon con ricami e ruche dagli accenti Belle Époque.
GIVENCHY
10 creazioni in tutto e presentazione statica per Givenchy; una tradizione da quando al timone c’è Riccardo Tisci, geniale rifondatore della maison, illuminato dall’alto nel caso dell’haute couture.
Basta dare uno sguardo alle immagini della collezione per rendersene conto: oniriche, surreali e dalle ambientazioni sempre diverse – stavolta uno scenario naturale, completo anche di cane alsaziano -, hanno il loro fulcro in outfit con la potenza attrattiva di un buco nero.


E all’Hôtel d’Evreux, dove capi e accessori erano esposti come installazioni artistiche, pochi fortunati hanno potuto constatarlo da vicino. Certo la magia degli abiti che prendono vita addosso alle modelle si perde, ma lavorazioni tanto preziose e raffinate possono essere valutate solo con un’osservazione attenta da entomologo. L’ispirazione per la stagione invernale è un mix prodigioso di sovraccarica estetica gipsy e pulizia delle linee da couture anni Sessanta. E così frange di perline sfumate o in nappa lunghe fino a terra, elaborate passamanerie e ricami a intaglio in pelle si mescolano perfettamente a silhouette geometriche caratterizzate da asimmetrie fronte/retro e ibridazioni: vedi i boleri che diventano cappotti o abiti e i vestiti in cui lo scollo all’americana o l’incredibile corpetto in fili di pelle assumono le sembianze di mantello.













Puro virtuosismo nella lavorazione dei materiali e nei decori; su tutti il visone rasato a formare un vero e proprio pizzo e gli splendidi intarsi di cristalli rossi. Senza parole!
GIAMBATTISTA VALLI
Quelle che si muovono sulla passerella allestita da Giambattista Valli all’Hôtel de Crillon non sono donne ma fate. Impossibile definire altrimenti creature che sembrano uscite da un giardino misterioso e incantato.
Rivestite da una quantità strabiliante di fiori – rose, viole del pensiero, garofani, papaveri, edera – e racchiuse in un trionfo scultoreo di panneggi, hanno l’armonia, la maestosità e l’enigmatica soprannaturalità di divinità floreali.
Enormi stratificazioni di ruche e volant serrano collo, spalle e gambe in corolle rigogliose o bordano le gonne dalla vita all’orlo come grembiuli inamidati;
grandiose linee ad anfora e a boule – percorse da applicazioni tridimensionali di petali di stoffa – si alternano a volute deliranti che si rincorrono sul corpo modificandone la forma.
Il tutto in tessuti che oscillano dalla consistenza di broccati opalescenti e duchesse alla leggerezza di voile e chiffon, esaltati in pepli fluttuanti da dea Flora, fino alle piume del lungo cappotto dal fascino silvestre.
Farfalle, coccinelle e scarabei, sotto l’effetto di un incantesimo, si avviluppano immobili e ossequiosi sulle reti che avvolgono le teste o pietrificati in stupefacenti bijou che portano come sempre la firma di Luigi Scialanga.
Un tripudio di autentica couture, che conferma Valli l’erede dei grandi sarti del passato, la cui essenza riecheggia nella costruzione delle silhouette, nelle stampe, nella grazia, filtrate attraverso una dimensione sognante e sfrenatamente fantasiosa che è il tratto distintivo del designer romano.
Altre immagini: 1) Gustave Moreau – L’Apparition – 1876, Tumblr; 2) William Morris – Tree of Life, Tumblr; 3) Immagine all’interno della sezione dedicata a Giambattista Valli, Pinterest (qualcuno è in grado di fornire i credit?)
After the post abouth the debut of Raf Simons, we’re dealing with the other haute couture fashion shows. Starting from our favorite shows, namely Valentino, Givenchy and Giambattista Valli.
Season after season Maria Grazia Chiuri and Pier Paolo Piccioli have been sketching out an unique woman, trademark of Valentino new era: ethereal and delicate but strong and contemporary; the exact personification of gracefulness.
The winter haute couture is nocturnal and dreamy – inspired from Symbolism of Verlaine, Baudelaire and Gustave Moreau – but also medievalizing and Pre-Raphaelite, populated by austere madonnas and patterns with biblical overtones; like William Morris’ Tree of Life, painted and embroidered on dresses, overcoats and jackets.
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Gustave Moreau – L’Apparition – 1876 |
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William Morris – Tree of Life |
There are many floor-length or knee-length dresses of voile, velvet, gazar and duchesse. They are severe and waving, high-necked and matched to regal and monastic capes.
The blue color and sobriety dominate, “tainted” thinly with precious embroideries and fabrics, lingerie transparencies, skirts restrained on the hip but also with colors like gold, purple, yellow, old rose and obviously Valentino red. Gorgeous brocades characterize jumpsuits – also monochromatic -, dresses, pant suits and coats.
Impalpable, lace and chiffon dresses with Belle Époque embroideries and ruches are ideally suited for modern nymphs.
GIVENCHY
The static presentation is traditional at Givenchy, ever since Riccardo Tisci has been at helm. You can tell at a glance to collection’s images: they are dreamy, surreal, with always different settings -this time a natural set, complete with an Alsatian dog – and have their fulcrum in outfits with the attractive strength of a black hole.
Items and accessories were exhibited as artistic installations at Hotel d’Evreux, where happy few could examine the precious and refined works like under a microscope. The winter’s inspiration is a wondeful mix of luxuriant gipsy aesthetics and clean Sixties couture silhouettes. So gradated beaded or nappa’s floor-length fringes and ornate leather trimmings mix perfectly with geometrical silhouettes, characterized by asymmetries and crossbreedings: like boleros that become coats and dresses with halter-neck or bodice that take the form of cloak.
There is many bravura in work of materials (like mink’s lace) and in decorations (superb marquetry of red beads).
GIAMBATTISTA VALLI
Not women but fairies move along the Giambattista Valli catwalk at Hôtel de Crillon. These creatures – coated with an astonishing quantity of flowers (roses, pansies, carnations, poppies, ivy) and wrapped in a triumph of draperies – have harmony and enigma of divinities.
Huge stratifications of ruches and frills seem blooming corollas around neck, shoulders and legs and edge the skirts from waist to hem like starched aprons.
Great amphora and bubble silhouettes – also with petals of fabric – alternate with delirious volutes which transform the shape of the body; opalescent brocades and duchesse follow one another with voile, chiffon and feathers.
Butterflies, ladybirds and beetles decorate the net-masks and the astounding bijoux designed by Luigi Scialanga.
This collection confirms Valli as the heir to the great couturiers, whose essence echoes in silhouettes, prints and grace, seeped through a dreamy and imaginative dimension, which is the roman designer’s signature.
Other pictures: 1) Gustave Moreau – L’Apparition – 1876, Tumblr; 2) William Morris – Tree of Life, Tumblr; 3) Picture of the section about Giambattista Valli, Pinterest
iN ASSOLUTO PREFERISCO GIVENCHY!L'ho venduto per un po' di tempo in showroom e le sue creazioni e la sua pefezione sartoriale, mi hanno sempre stupita! Regna sempre e comunque! Baci, Maria Onorio.
Adoro Riccardo Tisci che, come dicevo nel post, soprattutto nell'haute couture dà sempre il meglio di sé. Baci. Alessia
fantastiche collezioni!!!!!!!!! ADOROOOOOOOO. www.bluenailgirl.com
:):)
Tutte belle sfilate! Anch'io ne ho parlato sul blog, soprattutto per il debutto di Raf Simons! Vi aspetto da me! xoxo
Vabbè, ho fatto un po' di casino col commento cancellato sotto, che in realtà era la risposta destinata a te. Volevo dire che infatti il tuo post sulla collezione di Raf Simons per Dior (interamente condivisibile) l'avevo letto, però purtroppo ero di fretta e non sono riuscita a commentarlo. Sorry 🙁
Valentino è il migliore in assoluto,le sue stampa e le sue tonalità colpiscono immediatamente 😀 un bacio,Veronica!
Beh sì, come dico anche nel post, Chiuri e Piccioli hanno davvero distillato una donna elegante e delicatissima che è ormai inconfondibile. Baci. Alessia
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
hanno superato loro stessi!!
Infatti!!! Che vuoi da me, ma l'haute couture – almeno in questi casi – è un'altra cosa; è un sogno.
Love it, can't wait to see what you do next! Come check out my blog, maybe we can follow each other!
Thanks! Your blog is very interesting; we can follow each other 😉
Ciao Ale. Che dire…è la nostra triade preferita…non c'è niente da fare! ahahahah. Grazie per il commento di oggi. Ti ho risposto più completamente sul blog. Grazie ancora sei stata gentilissima. Io devo ancora scrivere un post su Valentino…sublime. Finalmente ora che ho finito gli esami e sono in vacanza, posso dedicarmi in toto al blog! ;))) A prestissimo. Alessandro
Ciao Alessandro! Eh sì, è proprio la triade dei sogni! Non ringraziarmi per il commento, quando ho visto che era l'anniversario di The Fashion Commentator ho scritto di getto quello che pensavo da tanto tempo, anzi molto meno di quello che penso. Complimenti per gli esami; dedicati al blog ma non esagereare, lascia spazio anche per le vacanze 😉 Ci sentiamo prestissimo
Amazing selection. I loved each and every photo!!! I totally love your blog. It is one of my favorites. Best Regards. Miss Margaret Cruzemark. http://margaretcruzemark.blogspot.com/
Thank you very very much, Miss Margaret!!! We are very honoured. Your blog is one of our favorite too. Kisses. Alessia
giambattista valli è superlativo! brava ottimo post!!!
Grazie mille, Ilenia!!!
Stupenda la donna Valentino, così austera ed elegante. Givenchy non è sulle mie corde neppure lontanamente…mentre Gianbattista Valli lo adoro. La sua donna è così femminile e chic!
Giusto così; ognuno ha le sue preferenze. A me per esempio il sottofondo dark che caratterizza Tisci anche quando fa abiti virginali me lo fa amare tantissimo. Però è ovvio, sono gusti soggettivi. Sugli altri due mi trovi perfettamente d'accordo. 😉
Quel punto di blu notte, profondo, caldo, vivo è imbarazzante… e indescrivibile tant'è bello.
Beh, direi che una definizione del blu notte di Valentino più eloquente di questa è difficile da trovare 😉