Paris Haute Couture – Fall-Winter 2013-14Paris Haute Couture – Fall-Winter 2013-14
È trascorso un po’ di tempo, ma avevo bisogno di quattro giorni di vacanza. A ogni modo, dopo la Valentinomania non avrei l’anima in pace se saltassi a piè pari tutto il resto. Ancora sono ossessionata dal report interruptus sul pret-à-porter – ma sto per recuperare, sapevatelo -, non potevo aggiungere un nuovo tassello al mio campionario di sensi di colpa.
Tutta questa psycho introduzione per finire il discorso sull’autunno-inverno 2013-14 della Paris Haute Couture.
Quasi che su Facebook l’ultima moda sia diventata distruggere Raf Simons, dopo la sfilata di Dior erano tanti i commenti sconsolati sulla morte della couture. Ovviamente niente di così tragico. Solo un approccio diverso, più essenziale e aderente alla contemporaneità lì dove ci si aspetterebbero i fuochi artificiali. L’ispirazione viene dall’influenza di Europa, America, Asia e Africa sull’universo Dior.

Alighiero Boetti – Mappa – Pinterest
Alcuni capi molto chic in tweed e pied de poule grigio simboleggiano la Francia, i soprabiti dal taglio pulito e i foulard sportivi l’America, il tessuto lavorato a punte, le stratificazioni e i colli a kimono il Giappone mentre i drappeggi e i decori tribali i Masai.
Tra i particolari: i bottoni a pressione, le righe e le trasparenze. Capi cult: l’abito lungo con le stelle ricamate, quello nero con pannelli geometrici e i due visoni (il rosso che lascia le spalle scoperte e quello a righe).
Eteree e flessuose creature di porcellana quelle di Giambattista Valli. La collezione divisa in quattro parti è infatti ispirata ad alcune preziose porcellane di origine settecentesca: Capodimonte,
Wedgwood, Sèvres e Meissen rielaborate in silhouette per lo più corte, ad anfora o a tutù.

Edouard Garnier – Studies of Sèvres Porcelain (1892) – Tumblr
La sera è in lungo riletto attraverso doppie gonne, asimmetrie, un accenno di color block e linee a sirena.
Capi cult: gli abiti Meissen con fiorellini colorati e il Capodimonte candido con mega fiocco laterale.
CHANEL
Da Chanel il futuro si mischia col passato in un teatro fatiscente che si apre sullo scenario di una città quasi fantascientifica. Il punto di partenza è il cinema e Fritz Lang, anche se le acconciature ricordano la Rachel diBlade Runnere i cappelli Grace Jones.

Fritz Lang – Metropolis (1927) – Pinterest + Polaroid di Sean Young (Rachel) sul set di Blade Runner (1982) – Tumblr
Tutti i classici della maison Chanel e di Lagerfeld ci sono ma reinterpretati con notevole profusione di cinturoni, cuissarde in camoscio, paillette, specchietti e bagliori metallici ma soprattutto con lavorazioni che creano effetti tridimensionali straordinari.
Molto belle le gonne doppie e quelle gonfie e spumeggianti.
Capi cult: l’abito mosaico, quello con gonna a specchio, quello ricoperto di petali di stoffa e gli anelli multipli.
ARMANI PRIVÉ

Fred Astaire e Ginger Rogers – Top Hat (1935) – Tumblr
Capi cult: l’abito nero con pantaloni chiari, quello da sera a balze e il completo cipria con gonna di raso e pelliccia di piume.
Maison Martin Margiela mi piace in versione haute couture. E anche questa volta non ha deluso con le sue rielaborazioni di capi vintage. Tende anni Venti, vestiti di scena anni Trenta e latex nascono a nuova vita. Capi cult: gli abiti-giacca coi fiori e quello a vestaglia interamente ricamato.
Con Iris Van Herpen come sempre si entra in un altro mondo in cui il futuro di abiti in latex e microfibra tagliata a laser si fonde con forme organiche prese in prestito da insetti e animali osservati al microscopio. Capi cult: l’abito lungo argento con collo montante, quello con le frange impazzite e quello che sembra fatto di uccelli impagliati.
Capi cult: l’abito con cappa stratificata e quello asimmetrico.
I’ve needed four days’ holiday.
But, after the Valentinomania I couldn’t pass over the rest. Therefore here is the report of the Paris Haute Couture fall-winter 2013-14.
After the Dior fashion show there were on Facebook many disconsolate comments about the death of the couture. Obviously nothing so tragic. It’s just a matter of a different approach, more essential and faithful to the reality. The inspiration comes from the influence of Europe, America, Asia and Africa on Dior universe.

Alighiero Boetti – Mappa – Pinterest
Some very chic tweed and pied de poule items symbolize France, the sharp coats and the sport scarves America, the point fabric, the layers and the kimono necks Japan while the drapes and the tribal decorations the Masai.
Giambattista Valli gives life to ethereal and graceful porcelain’s creatures. The collection – divided in four parts – is inspired by some precious eighteenth-century chinas: Capodimonte, Wedgwood, Sèvres and Meissen become short amphora and tutu silhouettes.

Josiah Wedgwood – Vases (1780-1800) – Tumblr

Edouard Garnier – Studies of Sèvres Porcelain (1892) – Tumblr
CHANEL
ARMANI PRIVÉ
The Armani Privé collection is amazing; terribly soft, fine and nude. The Thirties mood assures an absolute and sinuous elegance but free from treacles; the maison’s characteristics seem full of life and magnificence. Satin, chiffon, lace, crystals, organza, Hollywood ostrich-feathers and above all crinoline ribbons sketch a sequence of suits, pants suits and unbelievably beautiful evening gowns.

Fred Astaire and Ginger Rogers – Top Hat (1935) – Tumblr
Cult items: the black dress with light pants, the evening gown with frills and the face powder suit with satin skirt and feathers’ fur.
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