Le 3 migliori collezioni della Paris Haute Couture – SS 2015The 3 best collections of Paris Haute Couture – SS 2015
A Parigi tira un po’ aria di crisi e i nomi che non deludono sono ormai ridotti a tre: Dior, Giambattista Valli e Valentino. Armani Privé ed Elie Saab sono una certezza, ma la loro eleganza senza guizzi non emoziona. Peccato ahimè per Chanel. Non mancano ovviamente look deliziosi e scenografia incomparabile, però stavolta Karl appare davvero giù di tono. Acme dell’orrore i terrificanti stivaletti ammazzatutto. Su Versace meglio stendere un velo pietoso.
1. Christian Dior
Con Raf Simons i piani temporali si sfalsano per ricongiungersi in una dimensione in cui le decorazioni non sono orpelli decadenti che ingolfano la forma e le lavorazioni virtuosistiche e l’archivio della maison sono al servizio di una couture più che attuale, d’avanguardia. Gli immancabili fiori incontrano la plastica delle cappe antipioggia o s’incarnano sul corpo attraverso i body tatuati.

Immagine base: Iris Lenhardt – Pinterest
Le grandi gonne di Monsieur Dior si affiancano agli anni Sessanta dei microabiti svasati e ai cuissarde coloratissimi in latex. Su tutto aleggia un’aura glam-rock alla David Bowie/Ziggy Stardust.

Immagine base: David Bowie/Ziggy Stardust – Pinterest
Il risultato è fresco, nuovo, intriso di passato e futuro, avulso da qualsiasi contesto cronologico.
2. Giambattista Valli
Il mix tra la couture romantic-glam di Giambattista Valli, l’eleganza immortale di Coco Chanel e l’attitudine rock’n’roll di Janis Joplin produce buoni frutti. Perse tra fiori, ricami e volant, le figurine di biscuit di Valli prendono in prestito da Janis la mania di sovrapporre pantaloni e gonne, fanno una full immersion nei capisaldi dello chic targati Coco dando vita a un bell’ibrido in cui spiccano per raffinatezza i look maschili.

A sin: Coco Chanel – ph. Cecil Beaton – 1937 – Pinterest; a des: francobollo in onore di Janis Joplin – 2014 – Pinterest
Un ottimo lavoro, se si eccettua qualche uscita finale di cui si sarebbe fatto a meno. Se Karl non fosse immortale e non esistesse già il suo successore, Giambattista, quel posto potrebbe essere tuo.
3. Valentino
Chi sa se Chiuri e Piccioli hanno visto la mostra su Chagall a Palazzo Reale. Sta di fatto che tra gli artisti e i poeti che hanno celebrato l’amore il posto d’onore nella sfilata di Valentino è riservato proprio a Chagall, alla sua Russia ebraica trasfusa nei look iniziali e al suo affetto per la seconda moglie Vava.

A sin: Marc Chagall – Ritratto di Vava – 1955 – Pinterest
Ma al di là di Chagall, le silhouette pure e delicate della nuova maison Valentino trovano la loro apoteosi in un’alternanza di Medioevo e primo Novecento, di creature angelicate e sensualmente demoniache. Le tante facce dell’amore invadono gonne e corpetti attraverso le parole di chi quell’amore ha cantato in maniera sublime. Da Dante a Prévert, da Battiato a Virgilio, i versi qui non viaggiano su carta o sul web ma su strati di seta.
Forse non la collezione più esaltante di Valentino ma comunque bellissima e straordinariamente poetica. Il problema è che ci hanno abituato troppo bene.
Immagini di sfilata: style.com
Paris Haute Couture was a bit in a state of crisis and the “winners” were only three: Dior, Giambattista Valli and Valentino. Armani Privé and Elie Saab are a certainty but their perfect elegance didn’t thrill. Chanel disappointed. There were obviously some adorable looks and the set design was incomparable but this time Karl appeared off-colour. The terrifying ankle boots were the acme of the horror. We draw a veil over Versace.
1. Christian Dior
Raf Simons mixed the ages reuniting them in a new dimension. The decorations weren’t simple frills that flood the shape and the virtuosic makings and the maison’s archive were at the service of an avant-garde couture. The inevitable flowers met the plastic of the rainproof capes or melted into the body through a tattoo effect.

Flowers by Iris Lehnardt – Pinterest
The typical Dior skirts stood beside the Sixties microdresses and the latex colourful cuissardes. A glam-rock mood in the style of David Bowie/Ziggy Stardust ruled over everything.

Ziggy Stardust – Pinterest
The result was cool, new, soaked with past and future, out of any chronological context.
2. Giambattista Valli
The mix between the romantic-glam couture by Giambattista Valli, the eternal elegance of Coco Chanel and the rock’n’roll aptitude of Janis Joplin yielded good fruits.

Left: Coco Chanel – ph. Cecil Beaton – 1937 – Pinterest; right: Janis Joplin stamp – 2014 – Pinterest
The Valli’s biscuit girls – in love with flowers, embroideries and frills – borrowed the habit of superimposing skirts on pants from Janis, made a full immersion in the Coco style giving life to a good hybrid, simply perfect in the case of the male looks.
3. Valentino
The Valentino collection was inspired by love and artists and poets who celebrated it. The place of honour was reserved to Chagall, his Jewish Russia (instilled into the opening looks) and his fondness for the second wife Vava.

Left: Marc Chagall – Portrait of Vava – 1955 – Pinterest
But apart from Chagall, the pure and exquisite silhouettes of the new Valentino maison had their exaltation in an alternation of medieval angel-like women and sensual creatures. The innumerable faces of love flooded skirts and corsets through the words of sublime poets and singers. From Dante to Prévert, from Battiato to Virgilio, the verses didn’t fill the paper or the web but layers and layers of silk.
Maybe this wasn’t the most exciting Valentino collection but it was however very beautiful and extremely poetic.
Images: style.com
Approvo Dior e Valli. Valentino mi dispiace, ma è No. Non so perché, ma credo abbiano perso il brio di una volta. Purtroppo giocano facile su ripetizioni troppo vicine tra una collezione e l'altra, sembra quasi più bella la Pre-Fall ( in cui tra l'altro potrai trovare la versione femminile dei capi stellati visti sulla passerella maschile!).
Staremo a vedere che sorprese ci riserverà il p-a-p! 😉
Un abbraccio
Ale
Concordo sul fatto che ultimamente siano a tratti un po' ripetitivi e che forse stiano perdendo un po' di brio, però anche quando non mi entusiasmano mi trasmettono sempre una sensazione di grande eleganza e delicatezza che a me piace. Spero che riprendano la verve di un tempo, anche se credo che forse all'inizio abbiano sì fatto collezioni più belle ma anche che noi eravamo più ben disposti per via della novità.
Come sai, ultimamente sono un po' nella stratosfera e mi ero persa la prefall. Cavolo, è deliziosa, se potessi ne acquisterei almeno il 60%. Comunque ultimamente in alcune precollezioni si trovano delle vere chicche e spesso mi sorprendo a desiderarle quasi di più.
Un abbraccio a te
Alessia
Condivido tutto tranne le Giuliette Zarine.
Proprio no.
Anche no.
So che tu ami Valentino, o meglio la coppia, ma io continuo a non stimarli e trovo, che a tratti, stiano anche diventando noiosi.
Cara Maria Katia, amore è una parola esagerata, però sulla strada dell'esagerazione sicuramente io li amo quasi quanto tu li detesti 🙂
A ogni modo, di sicuro amavo e amo innanzitutto Valentino the original, che adesso giustamente si gode la vita in giro per il mondo. Gli si può dire tutto ma è stato ed è uno dei nomi che hanno fatto la storia della moda.
A questo proposito spero d'imbattermi anch'io nel volume monografico comprato a 25 euro da Alessandro :/
Quanto è bello leggere i tuoi posts! E, come al solito, concordo in pieno, anche se ho visto un paio di abiti da Elie Saab che sarebbe un sogno indossare…
Grazie mille Kettj, che grande complimento detto da te che hai un occhio così lungo e acuto per tutto quanto riguarda la moda anche nei suoi aspetti meno conosciuti.
Venendo a Elie Saab, beh è impossibile non desiderare di indossare alcune sue creazioni. Il mio era solo un giudizio sulle collezioni nel loro complesso, ma se mi regalassero uno dei suoi abiti di quelli belli belli e avessi soprattutto un'occasione adeguata per indossarlo credo che potrei anche svenire.
Per me Valli. Dior e' meglio di altre volte ma non riesce a commuovermi e per Valentino concordo con mk e ale. Mi sembra che sia stata Leandra Medine a scrivere che la couture e' cambiata, e' meno onirica, piu' commerciale, una sorta di faro per il pret-a-porter.
Sì, è evidente che la couture sia sempre meno onirica e più commerciale. Il che da un lato è un controsenso: la couture dovrebbe essere l'ambito delle "esagerazioni" in termini di lusso, di bellezza, di creatività e non un'altra collezione che alla fine almeno apparentemente non si discosta poi tanto dal pret-à-porter se non forse per le lavorazioni che s'immaginano elaboratissime in ogni caso.
D'altro canto è pur vero che si tratta sempre di abiti e che le esigenze e i gusti anche delle supermiliardarie siano cambiati e siano diventati più sciolti e dinamici. Forse è un po' per assecondare questo cambiamento di gusti che c'è un cambiamento della couture o forse è solo una questione economica e in una moda in cui ormai si sfornano collezioni e precollezioni a getto continuo la couture diventa solo un'altra collezione un po' più esclusiva e che fa più scena da aggiungere a tutte le altre. Ecco, ormai forse è solo un apripista per il pret-à-porter come dice Leandra Medine, perché le differenze tra le varie categorie si stanno perdendo. Spero non con un livellamento verso il basso della qualità e verso l'alto dei prezzi. Non so, a questo punto posso dire solo che continuerò a guardarla fino a quando mi affascinerà.
Dior mica l'ho capito se m'è piaciuto. Qualcosa sì, qualcosa no. Ma lui è bravo e originale, gli va riconosciuto.
Valli, per quel poco che ho visto, no.
Valentino sempre bella (un po' troppo naif, quei cuori?), ma certo stanno diventando ripetitivi. Del resto una collezione a tema russo l'avevano già fatta, sempre per l'HC (2012, può essere?). E comunque, con 8 collezioni l'anno (ne scordo qualcuna?), c'è da aspettarselo. Peccato.
Comunque è vero, l'HC sta diventando più commerciale/sta virando verso una maggior portabilità (scegli tu come preferisci metterla).
Baci, Matteo
Matteo, credo che Raf Simons/Dior faccia quest'effetto, almeno lo fa anche a me. Nel senso che lì per lì resto sempre che non so se mi sia piaciuto davvero oppure no. Alcune cose mi colpiscono subito, altre meno e questo ci sta in generale. Solo che almeno nel mio caso mi accorgo che le immagini dei suoi abiti continuano a tornarmi in mente per giorni e allora le riguardo e a quel punto è fatta. O almeno è andata così anche stavolta.
Quello che mi colpisce ogni volta è che davvero ha qualcosa di unico e originale. Riesce a essere puro ed essenziale – ma fortunatamente non pauperistico – anche quando usa i decori; riesce a essere proiettato nel futuro o comunque in un ambito estetico diverso e difficile da collocare anche quando maneggia gli stilemi di epoche passate; riesce a non essere mai didascalico né meramente citazionista anche quando si confronta con ispirazioni ben precise. A questo punto si potrebbe pensare che è un "genio" della moda o del condizionamento mentale. Per me è di sicuro – e fermo restando che non credo nella perfezione e nell'infallibilità – uno che ha davvero qualcosa da dire e che riesce a farlo nel modo migliore e più genuino.
Riguardo la couture, come detto anche sopra nella risposta a Cecilia, sono d'accordo con voi e sì 8 collezioni l'anno forse sono troppe.
Baci
Alessia