Review: Is Tropical – Native ToReview: Is Tropical – Native To

Ho assistito due volte negli ultimi mesi a un live degli Is Tropical: entrambe le volte si trattava di un Kitsuné Party, la prima a Berlino e la seconda a Londra.
In ambo i casi altre cose hanno attirato maggiormente la mia attenzione: a Berlino il live dei Logo, a Londra il dj-set di Aeroplane (straordinario!) e la bellezza di Róisín Murphy. Tuttavia, lo show di questi ragazzi inglesi, che si esibiscono parzialmente mascherati, è più che discreto; i tre hanno una buona presenza scenica ed energia da vendere.
Per quanto concerne il lato musicale, il discorso è un po’ più complesso. Per parlarne più dettagliatamente, è preferibile riferirsi allora a Native To, loro LP di debutto uscito il 13 giugno presso Kitsuné e prodotto in parte da sua maestà Laurent Ash aka Lifelike.

 

Il trio londinese non si distingue particolarmente per innovazione, percorrendo strade già battute: si tratta prevalentemente di un misto di electro-pop ed electro-indie.
La mancanza del “nuovo” nel loro album non è però una colpa: un brano o una raccolta di brani non deve necessariamente essere d’avanguardia per essere un buon prodotto. In fondo, tutta la musica elettronica contemporanea si basa su innumerevoli variazioni rispetto a un canovaccio comune, quello dettato dai Kraftwerk e da Giorgio Moroder (per citare solo i due nomi più altisonanti). La ricetta giusta allora consiste nel creare qualcosa di originale aggiungendo a questa base ineludibile un tocco individuale. Il punto è che gli Is Tropical – almeno per un paio di tracce dell’LP – non fanno altro che scopiazzare senza alcun loro contributo speciale: il caso più eclatante è Land of the Nod, pezzo sicuramente godibile ma che sembra prodotto dagli MGMT.

 

L’altro difetto fondamentale di Native To riguarda il tipo e la qualità dell’electro-pop e dell’electro-indie proposti: purtroppo, in alcune tracce, il lato elettronico sembra un semplice orpello esotico da piegare alle esigenze di una base pop o indie, in modo che il motivo è indistinguibile da qualsiasi altro singolo pop-indie che inonda il mercato ogni giorno. Si ha così a volte l’impressione che la base electro, invece di coesistere fecondamente con gli elementi indie e pop, rimanga estrinseca rispetto al tutto: Think We’re Alone è indie giovanilistico della peggiore specie, I’ll Take My Chances è irritante, degno di una boy band iper-commerciale, Berlin, non disprezzabile nel complesso, è vanificato da un ritornello ridondante, What??? non convince a pieno.

 

 


Detto ciò che è da emendare di Native To, occorre ora sottolineare i suoi pregi. Innanzitutto, c’è una serie di tracce discrete: Oranges – che ha un inizio che evoca quello di Dreams dei Cranberries –, Zombies – che sembra una versione acida di un brano dei The Strokes – e South Pacific, singolo di debutto che ha un intro che ricorda vagamente Love Will Tear Us Apart dei Joy Division, sviluppandosi poi in un orecchiabile brano electro-pop.

Vi sono poi i pezzi migliori dell’album: The Greeks e Seasick Mutiny sembrano avere qualcosa dei Röyksopp. Il primo è un’ottima hit electro-rock, mentre il secondo – completamente strumentale – incrocia electro, chitarre fiammeggianti e istanze psichedeliche; Lies è catchy al punto giusto e riesce dove non può Think We’re Alone, fondendo in maniera efficace tastiere elettroniche, riff di chitarra ed eco pop; Clouds, probabilmente la migliore prova dell’LP, è dream-pop allo stato puro con un inizio che evoca un’atmosfera sognante e un motivo che entra inevitabilmente in testa.
Native To è un album riuscito a metà, le cui gravi pecche oscurano parzialmente le buone potenzialità del trio inglese. Attendiamo una seconda prova per poter dare un giudizio più preciso, sperando che gli Is Tropical ripartano da quanto di positivo c’è nell’album.
Tracklist Native To
1.       South Pacific
2.       Land Of The Nod
3.       Lies
4.       The Greeks
5.       What???
6.       Clouds
7.       I’ll Take My Chances
8.       Oranges
9.       Berlin
10.    Think We’re Alone
11.    Zombies
12.    Seasick Mutiny



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