Review: Washed Out – Within and WithoutReview: Washed Out – Within and Without
Washed Out è uno dei nomi di punta della scena chillwave, di cui già si è parlato in un post di gennaio di ElectroMode; il suo nuovo LP, licenziato negli USA dalla storica label Sub Pop e in Europa dalla Domino, rimane nel solco delle sonorità glo-fi, presentandone le qualità peculiari: produzione in bassa fedeltà – in modo da creare un effetto “sporco” e sbiadito –, voci distorte e riverberate, melodie semplici e synth dal sapore rétro.
Within and Without si apre con Eyes Be Closed, brano semplicemente meraviglioso: è un invito – come si evince dal titolo – a chiudere gli occhi, a lasciarsi trasportare dalle note, a spingersi con l’immaginazione oltre la datità fisica in modo da poterla rimodellare. Siamo dinanzi a un esempio fulgente di espressionismo musicale (chiaramente non nella sua accezione storica): l’esterno, recepito dall’interno, viene ridisegnato secondo le modulazioni emozionali dell’io.
La musica è il medium privilegiato attraverso cui esprimere una poetica, che s’incardina sulle direttrici fondamentali della natura e dell’amore e in particolare sul loro intreccio: la copertina di Life of Leisure ritrae un’immagine femminile, immersa nel mare al tramonto, mentre quella di Within and Without un abbraccio intenso fra un uomo e una donna, distesi su un letto; oppure basta leggere il testo di You and I (“Hold me, you know this wasn’t planned .. but if you want to recreate the sea, another sky for me, I got you”).
Se le opere di Schönberg – secondo T.W. Adorno in Filosofia della Musica Moderna – erano state dirompenti per la loro capacità di far emergere l’angoscia dell’individuo, destinato a combattere da solo in un mondo sclerotizzato, la grandezza di Ernest Green – chiaramente con i dovuti distinguo e le debite proporzioni – risiede invece nell’indicare, mediante la suggestione delle note, una via di fuga rispetto a quest’angoscia.
Lascia un commento