Schiaparelli and Prada: Impossible Conversations

Prima delle vacanze vi parlo della mostra che avrei voluto visitare se fosse stata più a portata di mano. 
Mi riferisco a Schiaparelli and Prada: Impossible Conversations, al Metropolitan Museum of Art, accessibile ancora fino al 19 agosto* per chi avrà la fortuna di essere a New York.

Adeguata “erede” di Savage Beauty, con cui nel 2011 si è toccato l’acme, Schiaparelli and Prada, mi ha convinta della necessità del teletrasporto o almeno di una tournée europea. Insomma, anche quest’anno un giro al MET l’avrei fatto volentieri.

D’altra parte Schiap* e Miuccia – sagacemente abbinate per essere tra le voci più provocatorie e controcorrente della moda – meritavano una celebrazione in stile Costume Institute.
George Hoyningen-Huené (Russian, 1900-1968)Portrait of Elsa Schiaparelli, 1932
Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Hoyningen-Huené/Vogue; © Condé Nast
Guido Harari (Italian, born Cairo, 1952)Portrait of Miuccia Prada, 1999
Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Guido Harari/Contrasto/Redux
Gli organizzatori – sempre Harold Koda e Andrew Bolton – si sono ispirati per la struttura narrativa dell’esposizione alle interviste di fantasia con cui negli anni Trenta Miguel Covarrubias affiancava personaggi molto eterogenei sulle pagine di Vanity Fair. In questo caso, le impossible interview sono impossible conversation filmate da Baz Luhrman, in cui Miuccia Prada ed Elsa Schiaparelli* – l’attrice Judy Davis che interpreta brani tratti dall’autobiografia Shocking Life – dialogano sui temi dello chic e del corpo. L’impressione è quella di spiare un’incredibile colloquio che, dipanandosi da una stanza all’altra, lascia affiorare aspetti privati e approcci differenti lì dove ci si aspetterebbero visioni affini.

Articolati in 8 sezioni, troviamo 100 modelli e 40 accessori, datati tra la fine degli anni Venti e il 1954 per Schiaparelli e dalla fine degli anni Ottanta per Prada. S’inizia con Waist Up/Waist Down e Neck Up/Knee’s Down che illustrano gli opposti fulcri stilistici: busto per la couturier romana e gambe per la designer milanese. Nel primo caso quindi giacche iperdecorate con ricami della Maison Lesage e bottoni dalle forme imprevedibili
Wallis Simpson in Elsa Schiaparelli, Vogue, June 1, 1937Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Cecil Beaton,
Cecil Beaton Studio Archive at Sotheby’s
Diana Vreeland in Elsa Schiaparelli, Harper’s Bazaar, April 1937Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Louise Dahl-Wolfe
Louise Dahl-Wolfe Archive / © 2012 Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents
Elsa Schiaparelli, Vogue, September 15, 1938Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Horst
Horst / Vogue; © Condé Nast

ma anche gioielli e cappelli (vedi il celeberrimo copricapo-scarpa concepito insieme a Salvador Dalì)

Elsa Schiaparelli, L’Officiel, October 1937Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by George Saad
Copyright Les Editions Jalou, L’Officiel
servivano ad assecondare le esigenze di visibilità delle dame della Café Society; nel secondo gonne spettacolari e calzature stravaganti enfatizzano la parte anatomica istintivamente prediletta da Prada per dinamismo e saldezza.

Miuccia Prada, spring/summer 2011Courtesy of The Metropoltan Museum of Art, Photograph by © David Sims
Miuccia Prada, spring/summer 2005Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
Miuccia Prada, spring/summer 1999Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
Da questa galleria in poi, le riflessioni sul concetto di chic e sulla valenza del corpo vestito fanno emergere la costante sfida alle convenzioni sociali ed estetiche portata avanti dalle due creatrici. Che cos’è chic? Chi lo stabilisce?
Le tre sezioni dedicate all’argomento mettono in risalto la volontà di andare oltre le regole in fatto di buon gusto, ricorrendo a ciò che è considerato a esso alieno. Con Hard Chic l’attenzione è fissata sui canoni mutuati dall’abbigliamento maschile e militare;

 

Elsa Schiaparelli, Vogue, Septemeber 15, 1938Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Regina Relang
Miuccia Prada, autumn/winter 2004-5Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
Ugly Chic evidenzia il sovvertimento degli stereotipi di brutto e bello mediante l’uso deliberato di colori, stampe e combinazioni antiestetiche secondo i comuni cliché;
 
Elsa Schiaparelli, Vogue Paris, February 1927Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by George Hoyningen-Huené
© R.J.Horst
Miuccia Prada, autumn/winter 1996-97Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
Naif Chic si focalizza sulla propensione per dettagli infantili e giocosi, adottati in contestazione con un’idea di vestire anagraficamente opportuno.

Miuccia Prada, spring/summer 2006Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Tobt McFarlan Pond
Elsa Schiaparelli, Vogue Paris, June 1949Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Rutledge
Rutledge © Vogue Paris
A seguire, le tre sezioni conclusive pongono al centro il corpo vestito in qualità di vettore di storie. Exotic Body punta i riflettori sull’Oriente, adoperato come pretesto per veicolare concetti altri o citato liberamente e senza sovrastrutture;
Elsa Schiaparelli, Vogue, June 1, 1935Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Horst
Horst / Vogue; © Condé Nast
Miuccia Prada, spring/summer 2004Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
Classical Body analizza nel segno della dicotomia Apollineo/Dionisiaco il diverso atteggiamento rispetto alle suggestioni storiche;
Miuccia Prada, autumn/winter 2004-5Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
Elsa Schiaparelli in Elsa Schiaparelli, autumn 1931Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Man Ray
© 2012 Artists Rights Society (ARS), New York / ADAGP, Paris
con Surreal Body infine viene indagato il superamento del significato tradizionale dell’abito tramite spostamenti di senso e simbolismi tipici di un Surrealismo anche inconsapevole,
Miuccia Prada, autumn/winter 2002-03Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © David Sims
Elsa Schiaparelli, Harper’s Bazaar, February 1935Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by André Durst
Harper’s Bazaar/Hearst Communications, Inc.
Miuccia Prada, spring/summer 2000Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © David Sims
Wallis Simspon in Elsa Schiaparelli, British Vogue, July 10, 1935Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Cecil Beaton/Vogue © The Condé Nast Publications Ltd.;
Courtesy of the Cecil Beaton Studio Archive at Sotheby’s
Miuccia Prada, spring/summer 2000Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
unitamente al nesso tra arte e moda: dalla proficua e intensa “relazione” Schiaparelli-Dalì, al rifiuto di Prada in ordine a qualsiasi collaborazione artistica e al bisogno di legittimazione della moda attraverso l’arte.
In attesa del dono della bilocazione accontentiamoci del catalogo firmato dai due curatori e introdotto da Judith Thurman; 324 pagine e 206 immagini, da quelle vintage di Schiaparelli alle nuove di Prada a opera di David Sims e Toby McFarlan Pond, al prezzo di 45$ (ma nei vari store on line il libro è già reperibile super scontato).
  

*salvo proroghe dell’ultim’ora.

*della cui maison – acquistata da Diego Della Valle – segnaliamo la recente riapertura sempre al 21 di Place Vendôme. Ambasciatrice della griffe è Farida Khelfa, mentre per il nome del direttore creativo si dovrà attendere settembre. 



Dalì era un visitatore costante. Noi abbiamo inventato insieme il cappello nero a forma di scarpa con un tacco di velluto Shocking che stava su come una piccola colonna … C’era un altro cappello che sembrava una costoletta d’agnello con una gala bianca sull’osso; questo, più di qualsiasi altra cosa, ha contribuito alla mia fama di eccentrica.
 Elsa Schiaparelli
Se ho fatto qualcosa, è stato rendere affascinante il brutto. Infatti, la maggior parte del mio lavoro è connessa alla distruzione – o almeno alla decostruzione – dell’idea convenzionale di bellezza, di fascino genericamente inteso, di donna bella, glamorous, borghese. La moda incoraggia i cliché della bellezza, ma io voglio distruggerli.
 Miuccia Prada
Amo creare per le donne che, non importa quale sia la loro età, indossano i miei abiti con la sicurezza della gioventù.
 Elsa Schiaparelli
 
Odio l’idea che non si possa indossare qualcosa solo perché si ha una certa età.
Miuccia Prada 
               

 

Nella mia collezione “Pagan”… sembrava come se le donne fossero venute fuori da un dipinto di Botticelli, con ghirlande e foglie di fiori delicati ricamati su semplici e classici abiti da sera aggrappati.

 Elsa Schiaparelli

 

 

 

Raramente guardo alla Cina, all’India, all’Africa o a qualsiasi altro posto per citazioni dirette. Trovo questo approccio troppo prevedibile. Infatti, trovo uno degli abiti della mia collezione primavera 2004 – un sari dorato – troppo prevedibile. In realtà era ispirato alla couture anni Cinquanta. Comunque lo guardo adesso e lo odio.

 Miuccia Prada

 

 

 

Disegnare abiti … per me non è una professione ma un’arte.

 Elsa Schiaparelli
Non ho mai cercato di essere un’artista. Non ho mai voluto essere definita artista. Il termine stesso sembra old fashion. È un termine che non ha nessi con la contemporaneità. Ed è troppo limitante. Ciò che amo della moda è la sua accessibilità e la sua democraticità.
Miuccia Prada

ENGLISH VERSION

Before holidays I’m talking about the exhibition that I’d have liked to visit. Schiaparelli and Prada: Impossible Conversations at The Metropolitan Museum of Art, open up to 19 august for those who will be in New York.
 
Schiap and Miuccia – some of the most provocative and counter-current representatives of fashion – deserve a celebration in Costume Institute style.
George Hoyningen-Huené (Russian, 1900-1968)Portrait of Elsa Schiaparelli, 1932Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Hoyningen-Huené/Vogue; © Condé Nast
Guido Harari (Italian, born Cairo, 1952)Portrait of Miuccia Prada, 1999 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Guido Harari/Contrasto/Redux
The organizers – Harold Koda and Andrew Bolton – have been inspired for the structure of exhibition by the imaginary interviews that Miguel Covarrubias published in the 1930s on Vanity Fair, placing side by side very disparate celebrities. In this exhibition the impossible interviews have become impossible conversations directed by Baz Luhrman; Miuccia Prada and Elsa Schiaparelli – played by the actress Judy Davis with passages taken from the autobiography Shocking Life – dialogue around two themes: chic and the body. The viewer is in the role of an eavesdropper observing a conversation that let emerge private aspects and different approaches where it would expect points of commonality.

100 designs and 40 accessories by Schiaparelli – from the 1920s to 1954 – and by Prada – from the late 1980s – are featured in 8 sections. The sections entitled Waist Up/Waist Down and Neck Up/Knee’s Down illustrate the opposite stylistic fulcrums: the waist up for the Roman couturier and the waist down for the Milanese designer. Schiaparellifocused on hyperdecorated jackets with embroideries by Maison Lesage and incredible buttons

 

 

Wallis Simpson in Elsa Schiaparelli, Vogue, June 1, 1937 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Cecil Beaton,

Cecil Beaton Studio Archive at Sotheby’s

Diana Vreeland in Elsa Schiaparelli, Harper’s Bazaar, April 1937 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Louise Dahl-Wolfe

Louise Dahl-Wolfe Archive / © 2012 Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents

Elsa Schiaparelli, Vogue, September 15, 1938 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Horst

Horst / Vogue; © Condé Nast

besides jewels and hats (like the famous hat-shoe devised along with Salvador Dalì);

Elsa Schiaparelli, L’Officiel, October 1937 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by George Saad

Copyright Les Editions Jalou, L’Officiel

whereas Prada emphasizes the area from the waist down – istinctively favourited for its dynamism and solidity – with dramatic skirts and eccentric shoes.  

Miuccia Prada, spring/summer 2011 – Courtesy of The Metropoltan Museum of Art, Photograph by © David Sims
Miuccia Prada, spring/summer 2005 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
Miuccia Prada, spring/summer 1999 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
 
From this gallery onwards, the reflections on the themes of chic and dressed body let emerge the steady challenge against social and esthetic conventions.

Three sections are dedicated to the matter and emphasize the will to break the rules of good taste. Hard Chic centers around menswear and military uniforms;

Elsa Schiaparelli, Vogue, Septemeber 15, 1938 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Regina Relang
Miuccia Prada, autumn/winter 2004-5 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
 
Ugly Chic highlights the subversion of cliché about ugly through the use of colors, patterns and combinations considered unaestethic;
Elsa Schiaparelli, Vogue Paris, February 1927 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by George Hoyningen-Huené

© R.J.Horst

Miuccia Prada, autumn/winter 1996-97 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
Naif Chic focuses on infantile and playful details, adopted against an idea of chronologically appropriate clothing.  
Miuccia Prada, spring/summer 2006 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Tobt McFarlan Pond
Elsa Schiaparelli, Vogue Paris, June 1949 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Rutledge

Rutledge © Vogue Paris

The three final sections put in the middle the dressed body as a carrier of narratives. Exotic Body turns the spotlights on Asia;
Elsa Schiaparelli, Vogue, June 1, 1935 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Horst

Horst / Vogue; © Condé Nast

Miuccia Prada, spring/summer 2004 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
 
Classical Body alludes to the opposition of Dionysian and Apollonian to analyze the different attitude to historic inspirations;
Miuccia Prada, autumn/winter 2004-5 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond
Elsa Schiaparelli in Elsa Schiaparelli, autumn 1931 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by Man Ray

© 2012 Artists Rights Society (ARS), New York / ADAGP, Paris

 
Surreal Body investigates the circumvention of conventional meanings conveyed by the dress, together with the relationship between art and fashion.
Miuccia Prada, autumn/winter 2002-03 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © David Sims
Elsa Schiaparelli, Harper’s Bazaar, February 1935 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by André Durst

Harper’s Bazaar/Hearst Communications, Inc.

Miuccia Prada, spring/summer 2000 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © David Sims
Wallis Simspon in Elsa Schiaparelli, British Vogue, July 10, 1935 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Cecil Beaton/Vogue © The Condé Nast Publications Ltd.;

Courtesy of the Cecil Beaton Studio Archive at Sotheby’s

Miuccia Prada, spring/summer 2000 – Courtesy of The Metropolitan Museum of Art, Photograph by © Toby McFarlan Pond

 

Lastly, not to be missed the homonymous book by Harold Koda and Andrew Bolton with an introduction by Judith Thurman. On the inside you’ll find iconic vintage images of Schiaparelli’s designs interwoven with new photos of Prada creations by David Sims and Toby McFarlan Pond (45$).  

 

 

*We report the recent reopening of Maison Schiaparelli, at 21 Place Vendôme. The ambassador of the griffe – bought by Diego Della Valle – is Farida Khelfa; the name of the designer will be known in September. 

 

Dalì era un visitatore costante. Noi abbiamo inventato insieme il cappello nero a forma di scarpa con un tacco di velluto Shocking che stava su come una piccola colonna … C’era un altro cappello che sembrava una costoletta d’agnello con una gala bianca sull’osso; questo, più di qualsiasi altra cosa, ha contribuito alla mia fama di eccentrica.
 Elsa Schiaparelli
Se ho fatto qualcosa, è stato rendere affascinante il brutto. Infatti, la maggior parte del mio lavoro è connessa alla distruzione – o almeno alla decostruzione – dell’idea convenzionale di bellezza, di fascino genericamente inteso, di donna bella, glamorous, borghese. La moda incoraggia i cliché della bellezza, ma io voglio distruggerli.
 Miuccia Prada
Amo creare per le donne che, non importa quale sia la loro età, indossano i miei abiti con la sicurezza della gioventù.
 Elsa Schiaparelli
 
Odio l’idea che non si possa indossare qualcosa solo perché si ha una certa età.
Miuccia Prada 
               

 

Nella mia collezione “Pagan”… sembrava come se le donne fossero venute fuori da un dipinto di Botticelli, con ghirlande e foglie di fiori delicati ricamati su semplici e classici abiti da sera aggrappati.

 Elsa Schiaparelli

 

 

 

Raramente guardo alla Cina, all’India, all’Africa o a qualsiasi altro posto per citazioni dirette. Trovo questo approccio troppo prevedibile. Infatti, trovo uno degli abiti della mia collezione primavera 2004 – un sari dorato – troppo prevedibile. In realtà era ispirato alla couture anni Cinquanta. Comunque lo guardo adesso e lo odio.

 Miuccia Prada

 

 

 

Disegnare abiti … per me non è una professione ma un’arte.

 Elsa Schiaparelli
Non ho mai cercato di essere un’artista. Non ho mai voluto essere definita artista. Il termine stesso sembra old fashion. È un termine che non ha nessi con la contemporaneità. Ed è troppo limitante. Ciò che amo della moda è la sua accessibilità e la sua democraticità.
 Miuccia Prada



18 risposte a “Schiaparelli and Prada: Impossible Conversations”

  1. Ottavia ha detto:

    Che meraviglia, sono veramente i momenti in cui piango l'inesistenza del teletrasporto. Appena ricarico la paypal devo assolutamente comprare il libro, su Amazon è a soli 29$! Poi c'è da dire che Koda e Bolton sono una garanzia. Ho acquistato sia il catalogo dell'ultima mostra (Savage beauty) che un altro volume interessantissimo (che ti consiglio!) Extreme Beauty

    • ElectroMode ha detto:

      E infatti; la tournée europea e soprattutto italica ci sta tutta. Secondo me ci sarebbero le liste d'attesa. Comunque qualcuno potrebbe anche idustriarsi qui da noi per fare qualcosa del genere. Magari mi sbaglio, ma l'ultima mostra che ricordo che può ritenersi della stessa importanza è forse quella di Valentino all'Ara Pacis.

  2. Erika Swan ha detto:

    LA storia della moda, queste foto sono veramente stupende.

  3. Il vero peccato di non poter essere a New York entro il 19! Sono sicuro che lo hai già fatto (mi pareva l'avessi scirtto anche in un post), ma suggerisco almeno ai tuoi follower di leggere l'autobiografia di Elsa Schiaparelli. Divertente e fa scoprire la storia da un altra prospettiva. Lei era pura modernità, anzi surrealismo! 😉

    • ElectroMode ha detto:

      Lo sai che può darsi, ma non mi ricordo. Comunque ammetto il mio peccato, ancora non ho letto Shocking Life ma il suo acquisto è imminente. Tra l'altro adoro le vite di questi personaggi grandiosi alla Elsa Schiaparelli; specie di quelli vissuti nel primo cinquantennio del 900. Diciamo però che con tutti i libri che voglio comprare – anche scontati – mi servirebbe almeno una vincita al Superenalotto.

  4. Tina Telli ha detto:

    cara davvero interessante questo post…anche io avrei voluto esserci ed il tuo post mi ha aiutato a capirne molto di più su questi due giganti della moda…dal mio umile canto ti posso informare che ci saranno moltissime novità per quanto riguarda il brand Schiaparelli…notizie che circolano in Tod's ;);)

  5. Ilenia C. ha detto:

    stupendo post! scritto come sempre con cura, avevo già fatto ricerche sulle analogie tra elsa e miuccia… fantastiche, peccato non poter visitare la mostra, un saluto

    • ElectroMode ha detto:

      Grazie mille, Ilenia! Comunque sai già come la penso sulla necessità del teletrasporto, di una tournée o almeno di qualcuno che s'impegni a fare mostre di questo livello.

  6. Bellissimo questo post 😀 Hai reso la mostra interessante e fantastica dalla sola lettura,complimenti 😀 un bacio,Veronica!

  7. Eleonora Pellini ha detto:

    Bellissimo post! Foto molto particolari e suggestive, brava! 😀

  8. Dora Marotta ha detto:

    Anche a me sarebbe piaciuto davvero vederla! xoxo

  9. Come sempre i tuoi post sono scritti in modo magistrale. Adoro lasciarmi per ultimi i tuoi articoli, perché so che qui c'è tanta qualità, quindi non mi basta un minutino, una occhiata alle foto e via! Quanta passione e quanto impegno metti in questo blog…spero proprio che venga ricambiato con riconoscimenti ufficiali, perché li meriti. In mezzo a tanta povertà e carenza di qualità

    • ElectroMode ha detto:

      Che dire? Ti ringrazio moltissimo, Nunzia. Ricevere apprezzamenti così gratifica e fa bene al morale, specie se poi i complimenti vengono da una blogger brava e molto seguita come te. Grazie ancora 🙂 🙂 🙂

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