Interiors & Design – Speciale Fuorisalone 2017
FUORISALONE 2017
La strada per il Fuorisalone 2017 è lunga e perigliosa. L’anno scorso poco tempo a disposizione, quest’anno malandata ma pronta ai blocchi di partenza dal primo giorno, salvo scoprire che molti brand hanno pensato di anticiparsi di 48 ore.
Insomma ho visto meno di quanto avrei voluto, ma sono stata per la prima volta al Salone (cosa di cui parleremo nel prossimo post) e alla fine ho immagazzinato una buona dose di sensazioni e ispirazioni.
LA NOVITÀ DEL FUORISALONE 2017? VENTURA-CENTRALE
Cominciando dalla novità dell’edizione 2017, l’area aggiuntasi al novero sempre più gigantesco di zone da Fuorisalone ovvero Ventura/Centrale, che con Lambrate non ha nulla in comune geograficamente ma condivide l’organizzazione del celebre distretto incentrato sulle proposte di scuole di design e giovani creativi in particolare del Nord Europa.
In questo caso si tratta però di designer star, che nei vecchi magazzini sotto i binari della Stazione Centrale chiusi da 30 anni hanno dato vita ad alcune delle presentazioni più suggestive: da Time Machine – l’abbacinante e Kubrickiana giostra modernista colma della già considerevole opera omnia di Lee Broom nella celebrazione del suo decennale – a May I Have Your Attention, Please? ovvero gli affastellamenti ai confini con l’arte di trombe da grammofono da cui fuoriescono voci molteplici e sedie 101 Chair di Maarten Baas for Lensvelt (disponibili in forme tendenzialmente infinite così come infinite sono le sembianze che l’essere umano può assumere), fino agli imponenti e misteriosi totem di Decode/Recode by Luca Nichetto e Ben Gorham per Salviati, che mostrano le impressionanti e praticamente illimitate potenzialità dell’assemblaggio di elementi giocati sulle stratificazioni, i colori e le trasparenze del vetro di Murano.
A TORTONA, TOKUJIN YOSHIOKA PER LG E ARCHIPRODUCTS
Altra zona, altri spazi industriali, quelli di Tortona.
Qui da segnalare anzitutto la stupefacente installazione S.F. Senses of the Future con cui Tokujin Yoshioka ha utilizzato in chiave poetica e fantascientifica la ricerca LG sulla tecnologia nel segno di un’illuminazione naturale, a basso consumo e human-friendly. Impatto pazzesco, tra sedie di schermi luminosi e una straordinaria parete di 30.000 moduli Oled riproducenti una luce simile a quella solare, che all’improvviso si accendeva donando ai presenti una sensazione a metà tra la sorpresa e il benessere.
Archiproducts – spazio stabilmente finalizzato a favorire l’incontro tra progettisti e brand – ha invece radunato sotto il segno della grafica color sorbetto di Serena Confalonieri designer e marchi selezionati, alcuni dei quali – come Saba e CC Tapis (l’accoppiata perfetta, sono perdutamente innamorata del divano New York e dei tappeti Rotazioni e Visioni disegnati da Patricia Urquiola) – contestualizzati in una sorta di appartamento con tanto di terrazzino.

Archiproducts – Poltroncine Kepi by Emilio Nanni, tavolino e libreria Leyva by Giuseppe Viganò per Saba e tappeto/arazzo Visioni by Patricia Urquiola per CC Tapis
TENDENZA APPARTAMENTI.
Quella degli appartamenti è la tendenza che si sta imponendo per quanto riguarda la modalità di presentazione. Salire le scale di un edificio e vedere arredi, complementi, tessuti disposti come in una vera casa, uniti in un racconto che sebbene fittizio sa d’intimità e di vita, appassiona e rende l’idea, togliendo quella patina di artificioso che ogni mera esposizione di mobili porta con sé.
DIMORESTUDIO E THE VISIT
Su questa linea ma in versione ultraartistica già da un po’ Dimorestudio che – tra piastrelle e motivi grafici anni ‘60, complesse sospensioni metalliche che richiamano ingranaggi alla Hugo Cabret, paralumi orientaleggianti mixati con la tappezzeria della nonna – mette in scena stanze borghesi elegantemente arredate da osservare come insetti chiusi in teche di cristallo, in un’invasione di azzurro carta da zucchero e di quello che sarà il prossimo colore di punta, una specie di rosa antico salmonato che prima del 6 aprile 2017 avrei detestato.
Stessa identica tonalità che alla faccia di Pantone e del terribile Greenery si ritrova insieme a un consistente verde scuro da The Visit, l’appartamento allestito in Via Palermo da Studiopepe in collaborazione con vari top brand. Qui l’ambientazione è colta, sofisticata, con tocchi rétro e modernisti come le lampade di Lambert&Fils (tra le mie preferite, basta dare un’occhiata allo speciale lampade dell’anno scorso) o le poltrone di Gio Ponti rieditate da Molteni o ancora il lavabo bicolore di Agape, ma anche calda, avvolgente, decisamente domestica. Filo conduttore visivo è il decoro parietale in blocchi cromatici tra il Bauhaus e Mondrian che insieme agli oggetti ricercati organizzati in piccoli set evocativi, insieme alle tende e ai tessuti scandiscono la casa come stratificazione di esperienze vissute, trasposizione dell’essenza stessa di chi la abita.

The Visit by Studiopepe – Poltrone D.153.1 by Gio Ponti (prodotte da Molteni&Co) e tappeto/arazzo Hello Sonia by Studiopepe per CC Tapis
ANTICHI PALAZZI
Dagli appartamenti agli antichi palazzi nobiliari che ospitano le collettive. Il contrasto tra la magnificenza carica di arte e storia della location e la contemporaneità minimale e sorprendente dei pezzi esposti crea il cortocircuito giusto.
DOPPIA FIRMA AL GAM
Svariati sono gli esempi, come Masterly, The Dutch in Milano a Palazzo Turati o A Metter of Perception a Palazzo Litta, ma volendoci limitare a due di cui occuparci più diffusamente è il caso innanzitutto della seconda edizione della mostra Doppia Firma, per la quale la rivista Living con la Fondazione Cologni e la Michelangelo Foundation abbina designer internazionali e artigiani italiani in un esperimento che mette in luce la piega imprevedibile e strabiliante che può prendere la tradizione artigiana di eccellenza quando entra in contatto col design contemporaneo e un certo approccio cosmopolita; vedi perciò Resti ovvero gli sgabelli in ceramica di Caltagirone – nati dall’incontro tra il ceramista Nicolò Morales e la designer Sara Ricciardi – che si caratterizzano per linee e brillanti decori geometrici in omaggio alle bellezze della Sicilia con in più qualcosa di tribale e giocoso, la magia della lampada Pulse in cui le silhouette impalpabili del vetro borosilicato interagiscono con nuove sorgenti luminose secondo il progetto del designer Emmanuel Babled e del supervetraio Simone Crestani, i tavolini stellari The Unknown Planets nati dalla collaborazione tra il mosaicista Fabrizio Travisanutto e il designer Felix Muhrhofer, in cui poetici pianeti sconosciuti persi nello spazio prendono forma da una tecnica virtuosistica che fonde marmo e mosaico, il tutto tra un Wildt, un Hayez e i trionfi neoclassici del Gam.

Doppia Firma – Resti by Sara Ricciardi e Nicolò Morales – sgabelli in ceramica di Caltagirone decorata

Doppia Firma – The Unknown Planets by Felix Muhrhofer e Fabrizio Travisanutto – tavolini in mosaico di vetro, marmo e acciaio arruginito

Doppia Firma – Pulse by Emmanuel Babled e Simone Crestani – lampada in vetro borosilicato con striscia Led ricoperta in Pvc
LOUIS VUITTON – OBJETS NOMADES A PALAZZO BOCCONI
Concludiamo con l’atmosfera sontuosa, patinata ma al tempo stesso easy da Louis Vuitton a Palazzo Bocconi. La collezione di arredi in edizione limitata nata nel 2012 e denominata Objets Nomades si arricchisce quest’anno di 10 nuovi pezzi in mostra insieme agli altri e di due nuovi designer star – India Mahdavi e Tokujin Yoshioka – che con Raw Edges, Nendo, Barber and Osgerby o Damien Langlois-Meurinne (solo per dirne alcuni) si sono cimentati con la tradizione Vuitton legata al viaggio e ai cosiddetti Ordini Speciali della maison (come il baule-letto realizzato nel 1874 per l’esploratore Pierre Savorgnan de Brazza).
Tra amache, sedie con cinghie e sdraio di pelle firmate Atelier Oï e Patricia Urquiola, singolari poltrone sospese e divani mutanti a opera dei Fratelli Campana o eleganti chaise longue e paraventi by Marcel Wanders – tutti incredibilmente pieghevoli, richiudibili, condensabili in forme compatte facili da trasportare – va in scena il nomadismo di lusso del terzo millennio. Deliziose le grafiche da cartolina rétro anni 20/30’ create per l’occasione da Polly Brotherwood.

Louis Vuitton – Objets Nomades – Amaca Hammock, lampade Spiral Lamp e pouf Stool by Atelier Oi, tavolino Talisman Table by India Mahdavi
Ci sarebbe tanto di cui parlare ancora ma verrebbe fuori un post ancora più enorme :).
Vi lascio però di seguito con le immagini delle cose più interessanti viste in giro per il Fuorisalone 2017 corredate da opportune ed esplicative didascalie.
TORTONA

Archiproducts – Divano New York by Sergio Bicego per Saba e tappeto/arazzo Rotazioni by Patricia Urquiola per CC Tapis

Archiproducts – Pouf Geo by Paolo Grasselli per Saba e tappeto/arazzo Bliss by Mae Engelgeer per CC Tapis
VENTURA-CENTRALE

Ventura-Centrale – Set a Project by Matteo Zorzenoni (dettaglio) – lampada MM Lampadari, madia e specchio Scapin, vasi Nason Moretti

Ventura-Centrale – Set a Project (dettaglio) by Matteo Zorzenoni – Lampada Leaf by MM Lampadari, tavolo Cone by Scapin, vetri Nason Moretti

Ventura-Centrale – Transitions II – sospensioni Unity Globe Light by Paul Heijnen for Baars & Bloemhoff

Ventura-Centrale – Transitions II – Everything but the Desktop by Daphna Laurens for Baars & Bloemhoff
CENTRO

Doppia Firma – Mandorlato by Federico Pepe e Marta Cucchia – paravento da bagno con portaasciugamani in legno, damasco tessuto a mano e damasco laminato

Doppia Firma – Opium by Sebastian Herkner e Lucio Doro – pannelli in mdf laccato con cerniere in ottone

Doppia Firma – The Little Prince by Cristina Celestino e Antique Mirror – lampade in specchio policromo inciso e ottone spazzolato

Doppia Firma – Acquerello Table by Elisa Strozyk e BottegaNove – tavolini in terraglia, ceramica smaltata, legno e acciaio

Doppia Firma – You Can Have Your Cake and Eat It by Raw Edges e Carlo Apollo – piatto da torta in legno massello e acciaio inossidabile

Doppia Firma – Double Face by Oskar Zieta e La Fucina di Efesto – sculture specchio in acciaio inossidabile imploso lavorato a fuoco

Gam Milano – Fanciulla intenta a scrivere di Giovanni Spertini e sullo sfondo Cleopatra di Mosè Bianchi

Masterly, The Dutch in Milano – Linda Nieuwstad – fiori in acciaio, cerata e velluto ispirati ai dipinti e alle porcellane olandesi del XVIII° secolo

Masterly, The Dutch in Milano – Growing Plants Indoor by Rem Atelier – lampade in legno, plexiglass, led e stampe digitali

Masterly, The Dutch in Milano – Foto ispirata alle antiche nature morte olandesi by Dik Nicolai e tazze in ceramica Keramiek Kantoor

A Matter of Perception – Didier Scofidio + Renfro – copertura per il cortile di Palazzo Litta realizzata con 300 paia di jeans

A Matter of Perception – Diptyque – Set Up by Felice Limosani – diffusore a clessidra – ph. Ruy Teixeira
BRERA

The Visit by Studiopepe – Letto Talos di Spotti Edizioni con testata rivestita in tessuto Bonotto – lampada VV Cinquanta Suspension di Vittoriano Viganò (prodotta da Astep) – tenda L’Opificio

The Visit by Studiopepe – Consolle Pagoda di Pietro Russo, sculture Ossimori VIII di Studiopepe e alla parete #60 e #61 di Andrea Ferrari

The Visit by Studiopepe – Poltrona D.154.2 by Gio Ponti (prodotta da Molteni&Co), lampada VV Cinquanta Suspension di Vittoriano Viganò (prodotta da Astep)

The Visit by Studiopepe – Specchio, lavabo Ottocento e rubinetteria Memory by Benedini Associati per Agape, sospensioni Laurent 5 by Lambert&Fils

The Visit by Studiopepe – Tavolino in ottone OS di Atelier de Troupe, sculture Aytm, vasi Sfera, pouf Domino Next di Nicola Gallizia

The Visit by Studiopepe – Paravento Gelosia di Studiopepe per Spotti Edizioni, tavolo in marmo M di Angelo Mangiarotti per Agapecasa, lampada Ossimori III di Studiopepe, vaso di Ettore Sottsass (prodotto da Bitossi), pouf Domino Next di Nicola Gallizia
VENTURA-LAMBRATE – IKEA FESTIVAL
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