Interiors & Design – Speciale Salone del Mobile 2017
Dopo lo Speciale Fuorisalone, lo Speciale Salone del Mobile 2017.
SALONE DEL MOBILE 2017
La prima volta al Salone del Mobile è una via di mezzo tra Alice nel Paese delle Meraviglie e Gli Ammutinati del Bounty. Nel senso che ci arrivi con un po’ di timore, per poi esaltarti alla vista di millemila arredi, stand, pezzi di designer che ami e iniziare a sbattere di qua e di là come una falena impazzita.
È a questo punto che il percorso prestabilito va a farsi benedire e dopo un tot di ore di mobili e lampade cominci a pensare a quelle pubblicità di gente figa che sorseggia aperitivi in riva al mare, salvo continuare a trascinarti alla vista dell’ennesimo nome che accende in te la lampadina del Wow. Alla fine sei da ricovero, ti accontenteresti di una Dreher sulla panchina sotto casa e non hai visto nemmeno la metà del tuo ambizioso programma.
SALONE DEL MOBILE O EUROLUCE?
Venendo alle cose serie, forse il mio è stato più il Salone di Euroluce che quello del Mobile, perché credo che il mio amore per le lampade abbia finito col prevalere.
Palma d’Oro allo stand Flos (progettato da Calvi Brambilla) con pezzi molto diversi ma tutti spettacolari, dalla resina Cocoon e dai moduli componibili delle lampade-gioiello di Michael Anastassiades alle monumentali strutture geometriche dei fratelli Bouroullec, dalla rivisitazione della Galleria degli Specchi di Versailles a opera di Philippe Starck ai “minimondi” di Nendo, fino all’impalpabile vetro soffiato di Konstantin Grcic.
I MIEI STAND PREFERITI
Gli stand più divertenti? Saba con i suoi divani e le sue poltrone atipiche, Ingo Maurer e il suo mix di poesia e ironia, Bocci con le sue installazioni luminose altamente scenografiche, Missoni Home e Illulian (bellissimi i tappeti Sahara e Flamingos) per i colori e le fantasie, Vitra per il superdesign d’autore.
Molto interessanti le novità di FontanaArte, in particolare la serie Setareh di Francesco Librizzi e Tripod di Front Design, essenziali ma con quel tocco Bauhaus che fa la differenza. Ultrapop e d’impatto Foscarini, anche grazie all’allestimento di Ferruccio Laviani e agli stupendi wallpaper Fifties appositamente realizzati, ma non ricordo più da chi.
Occhi a cuore per le piccole esposizioni di alcune delle mie lampade preferite: Lambert&Fils, Michael Anastassiades, DCW Editions, Petite Friture.
Devo dire che mi hanno appassionato meno gli spazi dei marchi più lussuosi e seriosi. Tutto bellissimo, ma non è che queste abitazioni perfette, pregiatissime, inappuntabili e quasi monocolore (marrone, beige, greige, tortora, grigio) siano venute un po’ a noia? Che sia una fortuna non potersele permettere? 🙂
Strana politica da Fendi: si poteva “addirittura” entrare ma vietatissimo fare foto. Poco male.
E QUINDI?
Tirando le somme del meglio del mio primo appuntamento col Salone del Mobile 2017, 5 sono le cose che terrei a mente o forse 5 sono le cose che ho voluto vedere in questo Salone: 1) cascate di velluto come nemmeno in un decadente boudoir dannunziano, 2) massicce iniezioni di colore qua e là, magari verde (purché non sia il terribile Greenery, eh!), 3) lampade forti, importanti, praticamente sculture luminose un filo rétro, 4) cult intramontabili di grandi designer del passato e 5) qualche eccentricità per risollevare l’ambiente.
Mancano all’appello personalità, passioni, una mente vulcanica ed eclettica auspicabilmente tenuta a bada da un po’ di equilibrio e tanto calore umano, ma questi non si vendono, dovremmo metterceli noi.
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