PARIS FASHION WEEK – SS 2014: Dries Van Noten, Givenchy…PARIS FASHION WEEK – SS 2014: Dries Van Noten, Givenchy…
E veniamo alla seconda parte del report sulla Paris Fashion Week con Dries Van Noten, Givenchy, Valentino, Saint Laurent, Lanvin e Chloé.
DRIES VAN NOTEN
Tra i designer che amo c’è lui: Dries Van Noten da Anversa.
Perché? Perché Dries è l’uomo dell’impossibile. Le sue stampe sono ipnotiche, con citazioni artistiche da capogiro e profusione di elementi etnici, ma tutto senza essere né etnico né ridondante né opulento.
Come faccia non so. Sicuramente le linee pulite, tra maschile e sportswear, aiutano ma la ricetta del suo ossimoro è imperscrutabile.
Per la p-e 2014 il mistero è in un mix di nature morte fiamminghe,

La base per questo mio collage è: Natura morta con fiori in vaso Wan-Li – Ambrosius Boschaert il vecchio – 1619 – Pinterest
nappe, filo spinato, conchiglie, decori tappeto, tripudi di ruche plissé in omaggio agli stilisti giapponesi e dorature varie.
Ah, a febbraio s’inaugurerà un’imperdibile retrospettiva a Les Arts Décoratifs di Parigi ovvero il “fornitore ufficiale” dei fiori fiamminghi.
GIVENCHY
Riccardo Tisci è forse in una fase di transizione.
Le silhouette aggressive, le stampe pop e irriverenti hanno lasciato posto a un’eleganza sempre sinuosa ma più soft, pacata e misteriosa. Madame Grès rivive nei suoi drappeggi filtrati attraverso l’estetica africana e giapponese per vestiti nelle tonalità della terra in jersey e tulle traforato.
Attorno giacche kimono, gilet di pelle con piume di condor, incredibili ricami di paillette che trovano la loro vetta nei look finali.
Il make-up coi visi ricoperti di cristalli mi ricorda Veruschka in Salomè (1972) di Carmelo Bene.

Collage Mirron Inspirations con foto di: Veruschka – Salomè (1972) – Carmelo Bene – Pinterest
Look del cuore:
VALENTINO
Visitando l’Opera di Roma Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli non potevano che perdersi nel magazzino dei costumi. E da quell’esperienza a metà tra il viaggio nel tempo, nell’arte e nella maestria degli artigiani italiani è nata una collezione che declina la silhouette Valentino secondo atmosfere pagane da Medea e da sacerdotessa egizio-babilonese con suggestioni rinascimentali.
Non mancano le tuniche monacali ma a trionfare sono fitti ricami policromi e pizzo colorato per abiti e cappe.
Qualche elemento maschile come camicie di cotone e calzoni khaki spezza la sovrabbondanza di ornamenti. Da segnalare i bizzarri pantaloni ampi con balza e un animalier stupefacente (assurdo che sia proprio io a dirlo).
Molto belle le collane coi segni zodiacali, ma straordinari anche sandali, espadrillas e borse.
Look del cuore:
SAINT LAURENT
Sarà che dopo un po’ si metabolizza tutto ma a me questa collezione Saint Laurent by Hedi Slimane è piaciuta. Certo a un primo sguardo l’eleganza e lo stile di Yves sembrano lontani, ma l’idea di reinterpretare i suoi classici in chiave rock riprendendone l’originaria connotazione antiborghese stavolta dà i suoi frutti.
Sulle note trascinanti dei Liars (Mr, Your on Fire, Mr) remixate da Angus Andrew le modelle camminano imbronciate e svelte come a una serata in un club underground. Un po’ di anni Ottanta nell’aria e di proporzioni mini e skinny
ma è impossibile non riconoscere le bocche della sfilata Anni 40, i completi androgini, i vestiti monospalla, il lurex, il nude look, il tuxedo.

Vogue – giugno 1971 – abito Yves Saint Laurent – ph. Peter Knapp – Pinterest
Impeccabili i capi maschili, d’altra parte parliamo dell’autore di Dior Homme.
Belli gli stivaletti a tacco basso.
LANVIN
La prossima p-e sarà decisamente scintillante e a quanto pare Alber Elbaz lo sa bene.
Da Lanvin i luccichii che investono il 90% della sfilata sono allegri, invitano al sogno e hanno ovviamente un tratto iperfemminile: dagli abbinamenti di colori alle forme, fino ai plissé alla Fortuny, tutto tra abiti, tute e giacche tuxedo da manuale.
Sotto sotto c’è qualcosa di Monsieur Yves e, chi sa, forse Alber sarebbe il couturier perfetto per la maison YSL.
Spettacolari come sempre i bijou. Divertenti le borse effetto sacchetto dell’immondizia; in mancanza si può provare con l’originale.
Look del cuore:
CHLOÉ
Easy chic, la donna Chloé è così, rilassata e ricercata al tempo stesso.
Un’apparenza naturale e senza sforzo improbabile da raggiungere in scioltezza per noi comuni mortali o almeno per me. Ne avessi la possibilità delegherei a Clare Waight Keller un buon 15% del mio guardaroba. E per la primavera-estate c’è di che rimuginare dall’indecisione, tra capi plissé (trend di stagione), fantasie goffrate, pantaloni morbidi e stretti al fondo, nuance fangose ed eteree con flash di bluette, spalle appuntite, abiti crochet, nodi strategici e colletti chiusi fino all’ultimo bottone.
Molto carine le minitracolle.
Look del cuore:
Immagini: via Vogue
La collezione di Chloè mi sembra la migliore. <3 Amore puro!