MILANO FASHION WEEK – SS 2014: Marni, Marco de Vincenzo ……MILANO FASHION WEEK – SS 2014: Marni, Marco de Vincenzo ……
In barba al de profundis degli ultimi anni la Milano Fashion Week è stata creativa e interessante. La migliore finora. Certo adesso c’è Parigi, ma finalmente iniziano ad arrivare good vibrations e il futuro sembra meno fosco.
Ed è questo il motivo per il quale ai miei tradizionali quattro approfondimenti avevo sostituito un listone esagerato tra nomi sempre al top, altri che hanno sfoderato il meglio e soprattutto un bel po’ di new entry o quasi. Una ventata d’aria fresca a colpi di stampe e mix & match di cui vado fiera, nemmeno fosse opera mia.
Oggi cominciamo coi miei preferiti: Marni, Antonio Marras e incredibili giovani designer come Marco de Vincenzo, Aquilano.Rimondi e Fausto Puglisi.
Prossimamente altre collezioni notevoli ovvero N°21, Costume National, Dolce & Gabbana, Etro, Fendi, Francesco Scognamiglio, Iceberg, Missoni e nuovi nomi come Andrea Incontri, MSGM e Stella Jean.
MARNI
Problemi tecnici e la p-e di Marni va in scena senza la soundtrack prevista (My Way nella rassicurante versione di Sid Vicious). Poco male, perché la collezione è talmente affascinante e ben strutturata che forse il silenzio è il modo migliore per apprezzarla. Austera – di un’austerità a cui tutte ci sottoporremmo con gioia – ma con suggestioni orientali e sportive. E così spettacolari maxi pantaloni a vita alta si alternano a top, giacche e baschine mosse da pieghe e ruche scultoree;
leggiadri boccioli in stile sakura si avvicendano con stupefacenti petali in 3D e con meravigliose stampe floreali da tappezzeria cattiva d’altri tempi (di quelle che senza Marni ci avresti pensato due volte prima di indossarle);
cinture a strisce fanno il paio con visiere sagomate impreziosite da cristalli.
Tutto accompagnato da flatform di rigoroso rito Jappo e da borse e bijou da iperlacrimazione.
Look del cuore:
MARCO DE VINCENZO
Della sconfinata ammirazione che nutro per Marco de Vincenzo già sapete e se non lo sapete vi basterà leggere. Ma come si fa a non amare questo raffinatissimo, giovane designer?
Anche LVMH ha messo gli occhi su di lui (oltre che sul talentuoso J.W. Anderson). E non è che Arnault sia un filantropo, è che de Vincenzo è proprio bravo, come confermato da una p-e 2014 decisamente poco estiva, forse per venire incontro alle esigenze dell’altro emisfero.
“Solita” grande maestria nel plissé e nella maglieria, mentre incredibili lavorazioni ci consegnano completi impalpabili in pelle traforata o effetto prisma.
Ai consueti motivi geometrici
si aggiungono fluttuanti petali in fili di seta e qui si tocca l’apoteosi.
Molto belli gli abiti crisscross, quelli in un inedito pizzo fatto di cerchietti e rettangoli e i capi con applicazioni di maglia metallica.
Finale scintillante.
Scarpe stupende e pericolose.
AQUILANO.RIMONDI
A proposito di giovani talentuosissimi ormai consolidati, parliamo del duo Aquilano.Rimondi, che con la p-e 2014 firma una delle sue collezioni più belle e mature, in cui lo sportswear diventa capolavoro.
Le linee sono essenziali, dritte, strette da cinture maschili e con enfasi e giochi di pieghe su spalle e braccia.
Miniabiti, shorts e gonne longuette abbinate a micro top risplendono con accostamenti cromatici d’ispirazione Masai ma soprattutto con stampe omaggio a Gauguin e al suo periodo Tahitiano. L’effetto? Semplicemente spettacolare, da sindrome di Stendhal.
Straordinarie le felpe in neoprene e le fantasie tropicali, specie nella versione 3D, incrostata di cristalli, paillette e petali di stoffa.
Sandali bellissimi.
Look del cuore:
ANTONIO MARRAS
Mai laurea honoris causa fu più opportuna di quella tributata dall’Accademia di Brera ad Antonio Marras. Non riesco a immaginare niente di così poetico e profondamente artistico dei suoi capi anomali assemblati sul filo della memoria o dei suoi sbalorditivi allestimenti onirici. Un artista che ha scelto di esprimersi attraverso la moda. E noi gliene siamo immensamente grati.
Perché dove, se non da Marras, potresti essere catapultato in una serra con viole e clavicembali che risuonano al tocco di ipnotiche creature mitologiche? E dove potresti vedere ibridi di materiali e stampe ed evoluzioni del corpo verso nuove forme, magari ispirate dalle Metamorfosi di Ovidio?
E questo è ciò che ci si trova davanti: abiti a boule, a trapezio o dritti con trasparenze che svelano alte culotte alla Riso Amaro,
stratificazioni di ruche
e pattern incredibili tra fiori di rara delicatezza, giardini all’italiana e veri e propri dipinti di farfalle, volti e motivi grafici.
Il tutto in un mix di tulle, pizzo, broccato, plastica e rete.
Sulla testa corone di alloro con veletta a celebrare il recente riconoscimento accademico, ai piedi stringate e sandali deliziosi. Unico!
FAUSTO PUGLISI
Dopo la nomina a direttore creativo di Ungaro, Fausto Puglisi debutta a Milano con la sua prima sfilata. Assurdo – data la grande attenzione che circonda il designer messinese -, ma questa è stata davvero la sua prima sfilata. (Per inciso, della serie strane storie, tra Puglisi e de Vincenzo con un colpo di coda inaspettato Messina scala la classifica delle città dal dna fashion, nemmeno fosse Anversa).
Venendo alla p-e 2014, Puglisi ha mandato in passerella un saggio impeccabile del suo stile fiammeggiante tra ironia e contrasti apparentemente folli. Le sue muse? Quanto di più inimmaginabile: un mutante tra Carolina Herrera e Axl Rose e Grace Kelly alle prese con un fetish club berlinese.
Il risultato è una sequenza rutilante di gonne da ballo con blouson da motociclista,
reggiseni di cinghie di pelle indossati con eleganti giacchine,
camicette abbottonatissime su minigonne a cupola,
tra palme effetto L.A. – anche “cristallizzate” – e pattern geometrici.
Look del cuore:
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