Review: Todd Terje – It’s Album TimeReview: Todd Terje – It’s Album Time
Mai attesa è stata così ben ripagata. Dieci anni dopo l’esordio con il singolo Eurodans, Terje Olsen – meglio conosciuto come Todd Terje – dà finalmente alle stampe il suo primo Lp, ironicamente chiamato It’s Album Time. Dieci anni d’attesa che gli sono serviti per imporsi come uno dei più originali producer mondiali, elemento di primo piano della scuola scandinava dei vari Lindstrøm, Prins Thomas, Bjørn Torske.
Lo stile Olsen è ormai riconoscibile a mille decibel di distanza: balearic, cosmic, disco anni ’70 e ’80 si fondono dando vita a un prodotto peculiare, confezionato su misura grazie all’uso sapiente di macchine sofisticate come l’Arp 2600. It’s Album Time dà semplicemente forma compiuta agli sprazzi di genio dei suoi precedenti lavori.
Eh sì, Todd Terje è davvero un genio dei sintetizzatori, il Moroder del primo ventennio del ventunesimo secolo. Di talenti di questo genere ne nascono due/tre ogni dieci anni. E Terje ha tutti i crismi per rientrare in quest’élite di virtuosi dell’electro music.
It’s Album Time non è un’opera interamente inedita: per l’occasione Terje ripesca tre quarti del suo Ep di successo It’s The Arps e il singolo ammazzapista Strandbar. Poco importa. Ciò che conta sono le otto “nuove” perle di primissima qualità, gentilmente offerteci dal norvegese dal cuore caldo.
Mai i fiordi sono stati così sensuali. Lo si capisce immediatamente dall’Intro e da Leisure Suit Preben. Preben goes to Acapulco è un trionfo di suoni spaziali, un pezzo ricercato che sembra uscito da una jam session elettronica allestita durante un aperitivo in spiaggia.
Con Svensk Sås Terje decide di portare all’estremo il concetto di sperimentazione. Ne esce fuori una traccia di samba-disco, che ammicca ironicamente alle colonne sonore dei B-movie anni ’70.
Johnny and Mary (cover del brano di Robert Palmer) è la raffinatezza fatta musica. La voce sussurrata di Bryan Ferry impreziosisce una melodia delicata, dando vita a una ballata elettronica eterea.
In Alfonso Muskedunder emerge l’anima fusion di Todd Terje, già presente a sprazzi in Preben goes to Acapulco. Vengono in mente Pat Metheny e ancora una volta le colonne sonore di B-movie.
Oh Joy è probabilmente – tra gli inediti – il pezzo da novanta di It’s Album Time. Un crescendo di suoni spaziali fa da sfondo alla traccia più moroderiana dell’Lp. Qui l’elettronica diventa poesia e viaggio. Oh Joy è l’esempio lampante di come il sound di Terje Olsen conduca in un’altra dimensione. Bisogna solo chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal suo gioco di synth.
Da ascoltare e ballare in un club o su una spiaggia al calar del sole, It’s Album Time è musica immediata, viscerale, corporale. Un inno alla gioia.
Tracklist It’s Album Time
1. Intro
2. Leisure Suit Preben
3. Preben goes to Acapulco
4. Svensk Sås
5. Strandbar
6. Delorean Dynamite
7. Johnny and Mary (feat. Bryan Ferry)
8. Alfonso Muskedunder
9. Swing Star (part 1)
10. Swing Star (part 2)
11. Oh Joy
12. Inspector Norse
The Olsen style has by become by now proverbial: influenced by balearic, cosmic, 70’s and 80’s disco, Terje has created a trademark also thanks to the use of refined synthesizers like the Arp 2600. Todd Terje is really a synthesizers genius, the Moroder of the twenty-first century, one of the Gods of electro music.
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